IL FATTO.
Domenica 16 luglio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è andata per la terza volta in un mese a Tunisi, di nuovo con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il premier olandese Mark Rutte.
Hanno firmato un memorandum d’intesa tra Unione Europea e Tunisia per fermare le partenze dei migranti.
L’Europa sosterrà il blocco delle partenze con 105 milioni.
Nell’ultimo anno la rotta tunisina è diventata la prima via d’ingresso in Europa, percorsa anche da migranti subsahariani, mentre prima era usata solo da cittadini tunisini.
LA TUNISIA E I MIGRANTI.
Sfax è il porto tunisino da cui partono i migranti che vogliono raggiungere l’Europa.

Nella città di Sfax ci sono molti migranti provenienti dall’Africa subsahariana in attesa di imbarcarsi.
All’inizio di luglio a Sfax ci sono stati disordini con violenze nei confronti dei migranti.
La polizia tunisina ha fatto delle retate in alcuni quartieri di Sfax, ha arrestato centinaia di stranieri, comprese donne incinte e bambini.
Queste persone sono state portate al confine con l’Algeria e la Libia e abbandonate in una zona desertica senza cibo né acqua.
Sono stati denunciati anche stupri e gravi pestaggi ai danni di migranti.
Questo operazione è l’ultimo atto di una propaganda ostile ai migranti.
Già a fine febbraio il presidente della Tunisia Kais Saied ha tenuto un discorso molto violento contro i migranti stranieri presenti in Tunisia.
Le organizzazioni per i diritti umani hanno documentato che dopo questo discorso ci sono state decine di aggressioni verso i migranti, anche verso quelli che abitavano nel paese da molto tempo.
I migranti stanno diventando il capro espiatorio per la grave crisi economica della Tunisia.
Questo è il Paese a cui l’Italia e l’Unione Europea vogliono delegare la gestione delle frontiere per tenere i migranti fuori dall’Italia e dall’Europa.