12 Marzo 2019 |

Tempo di lettura: 10'

IL TRIBUNALE DICE “TROPPO BRUTTA PER ESSERE STUPRATA”

troppo brutta per essere stuprata

I FATTI.

  • Nel 2015 una ragazza peruviana di 22 anni  arriva a casa.
  • È confusa: ha ferite di cui non si accorge; il ricordo della serata è a sprazzi.
  • Ricorda di essere uscita con due ragazzi peruviani.
  • La ragazza dice di avere avuto un rapporto sessuale; ma non sa se all’inizio era d’accordo.
  • Si ricorda, però, di aver provato a un certo punto molto dolore e di aver chiesto al ragazzo di fermarsi; il ragazzo non le aveva dato retta.
  • La ragazza viene accompagnata all’ospedale.
  • Gli esami del sangue dimostrano che la ragazza ha ingerito la “droga dello stupro”.
  • Probabilmente i ragazzi che erano insieme a lei avevano sciolto la droga nella birra.
  • In seguito i due ragazzi erano stati identificati  e condannati a 5 anni e a 3 anni.
  • Un ragazzo aveva stuprato la ragazza; l’altro aveva solo assistito.
  • Lo stupratore si era dichiarato innocente, dicendo che la ragazza non gli piaceva.
  • A prova di questo aveva mostrato il suo cellulare: aveva memorizzato il numero della ragazza sotto l’etichetta ” Nina il Vikingo” per segnalare l’aspetto mascolino della ragazza.

IL PROCESSO D’APPELLO.

  • Nel 2017 i due ragazzi ricorrono in appello.
  • I giudici della Corte di Appello di Ancona – 3 donne – assolvono i ragazzi.
  • La spiegazione del tribunale è assurda: la ragazza è troppo brutta e mascolina per essere oggetto di uno stupro.
  • C’è scritto in sentenza  che la ragazza è brutta ‘Come la fotografia presente nel fascicolo processuale appare confermare’.
  • A marzo 2019 la Corte di Cassazione ha annullato questa sentenza e il processo d’appello è da rifare.
  • Molte associazioni che difendono i diritti delle donne hanno manifestato contro l’accaduto.
  • Il fatto più grave di questa sentenza, forse, è il non riconoscere che lo stupro è un atto di sopraffazione e mortificazione.
  • Il desiderio di umiliare non richiede che la vittima sia bella.

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