25 Luglio 2021 |

Tempo di lettura: 31'

PAROLE BUONE. 7: TRASFORMAZIONE

ECCO LA SETTIMA PAROLA BUONA CHE SI REGALA #PAROLE BUONE

La fotografa spiega l’immagine con queste parole: “Una preziosa mascherina che combina la limitazione con la libertà”.
Foto di Ilaria Sabbatini per #ParoleBuone.

TRASFORMAZIONE.

La settima parola buona è TRASFORMAZIONE.

Dopo lode, saggezza, condivisione, … di nuovo una parola che i bambini possono avvertire lontana e astratta: trasformazione. Cerco di rimediare subito, raccontando loro che guardare ai limiti in modo creativo è un passo decisivo per affrontare con successo le sfide impreviste. 

Cari bimbi, quando avevo la vostra età, alle finestre e fuori dalle scuole non avevamo gli arcobaleni. C’era una strana famiglia colorata, quella dei Barbapapà. Li hanno creati la signora Annette e suo marito Talus dopo aver visto quanto è buffa la forma dello zucchero filato, che in francese si chiama barba di papà. I cosini soffici nascono come fiori nel giardino di due bambini, Francesco e Carlotta. Incontrano un sacco di guai. Una volta, per esempio, sono lì lì per rimanere senza casa perché l’inquinamento sta avvelenando tutto. Si salvano con una parola inventata, barbatrucco, che fa cambiare forma. Si allungano proprio come i colori dei vostri arcobaleni. Chissà come ci riescono… In quella strana famiglia, tutti hanno i propri gusti: a qualcuno piace leggere, qualcun altro ama lo sport, poi c’è la musicista che sa suonare di tutto. C’è una sorella viola sempre attenta ai rossetti e ai gioielli. C’è un fratello giallo tanto bravo in scienze, che cura le piante e gli animali. Ce n’è un altro peloso e nero che scopre di essere dello stesso colore di tutti gli altri quando si macchia con le sue tempere da pittore. Il barbatrucco, bambini, è questo: in questa famiglia hanno interessi diversi, ma ogni Barbapapà sa cambiare forma, sa trasformarsi un po’, sa mettere il suo colore vicino al colore degli altri per tornare insieme liberi e sorridenti. 

Ehi, voi, adulti, il barbapapà colorato di rosa e la barbamamma colorata di nero suggeriscono di accompagnare al futuro i nostri cuccioli senza promettere che sarà solo tutto rosa, ma senza neppure far credere loro che sarà solo tutto nero.

La parola buona della settimana è trasformazione. Restare bloccati di fronte ad un limite produce arrabbiatura o noia. Se, invece, si affrontano le novità con flessibilità, ogni dettaglio si trasforma in una sfumatura che rende più ricco il quadro d’insieme. 

Sin dal primo istante di vita, i sensi di un essere umano si aprono per evitare di smarrirsi, affamati, come sono, di indicazioni di senso e di affetto. Tuttavia, anche un viaggio iniziato bene, può complicarsi. 

Le navi mercantili del passato si ritiravano in porto per fare provviste e per restituire brandelli di vita sociale a chi era stato per mare. A quanto pare, nel Cinquecento, prima di ripartire, il capitano forniva un’indicazione precisa a chi si stava imbarcando. Se la ciurma fosse stata sbaragliata da qualche imprevisto durante la navigazione, l’equipaggio si sarebbe ritrovato in un determinato luogo e in un preciso momento. Un punto annotato sulla carta nautica dove riunirsi e ripartire. Era, alla lettera, il luogo dell’appuntamento, e valeva più di qualsiasi tesoro nascosto. Non diversamente, nei periodi di shoah, gli Ebrei si scambiavano la dolce promessa “L’anno prossimo, a Gerusalemme”: quest’anno in esilio ma l’anno prossimo il nostro Dio ci consentirà di essere nuovamente a casa.

Oggi, sono numerose le storie di chi si è destato dalla malattia infettiva. Prima un tempo sospeso tra corpi spossati e anime smarrite, e, poi, un ritorno alla ics segnata sulla mappa del cuore. Una casa, una patria talvolta, come racconta una signora che mi scrive così: “Ci hanno chiamato poco fa dalla Germania e ci hanno confermato di aver già svegliato mio cugino e di averlo tolto dalla terapia intensiva. È lucido, nei prossimi giorni, se tutto andrà bene, verrà spostato gradualmente in reparto. Ora respira autonomamente”. Chi è caduto si rialza con slancio se un’altra persona, o una comunità, custodisce l’attesa mentre si schiude la luce, come fa un grembo con il suo frutto più prezioso. 

La parola buona della settimana è Appuntamento. Il desiderio di rinnovati abbracci racconta l’attesa di appartenere ad un gruppo o a qualcuno. È il nodo dell’incontro reciproco, che diventa faro che guida nelle tempeste, perché sostiene il ritorno di chi per gli altri era disperso, e dà sicurezza a chi ha smarrito se stesso.

TESTO EASY TO READ (ETR)

La parola buona della settimana è TRASFORMAZIONE 

La parola trasformazione è una parola difficile perché non appartiene al mondo concreto, non si può conoscere con i nostri cinque sensi.
Trasformazione è una parola difficile da capire per i bambini.
Le difficoltà e gli ostacoli possono essere superati con la creatività.

In questo periodo di pandemia da coronavirus alle finestre e fuori dalle scuole ci sono i disegni degli arcobaleni.
Una volta non c’erano disegni di arcobaleni, ma c’era una strana famiglia colorata come un arcobaleno, la famiglia dei Barbapapà.

I Barbapapà sono stati disegnati da una coppia, Annette e il marito Talus hanno creato questi buffi personaggi dopo aver visto la strana forma dello zucchero filato. In lingua francese lo zucchero filato si chiama “barba di papà”.
I Barbapapà sono nati come i fiori, nel giardino di due bambini che si chiamano Francesco e Carlotta.
I Barbapapà hanno forme rotonde e sono soffici e devono affrontare tantissimi guai.
Un giorno rimangono senza casa, perché l’inquinamento ha avvelenato la città e tutti devono andare in giro con le mascherine.
I Barbapapà si salvano con un barbatrucco, cambiano forma, si trasformano come gli arcobaleni.

Nella strana famiglia dei Barbapapà ognuno è diverso, ognuno ha il suo colore.
Una sorella ama leggere, un fratello ama lo sport e un’altra sorella è musicista e sa suonare tanti strumenti. Una sorella è di colore viola e le piacciono i rossetti e i gioielli. Un fratello di colore giallo è molto bravo in scienze e cura le piante e gli animali. Un fratello peloso e di colore nero ama dipingere e scopre di essere dello stesso colore degli altri quando si macchia con i colori.

Il barbatrucco per tornare insieme liberi e sorridenti è sapersi trasformare, come i diversi Barbapapà.
Il barbatrucco è cambiare forma e unire le forze, mettere il proprio colore vicino a quello degli altri, come nell’arcobaleno.

Il barbapapà rosa e la barbamamma nera invitano i genitori ad accompagnare i loro bambini verso il futuro che non sarà tutto rosa, cioè bello e non sarà tutto nero, cioè difficile.

La parola buona della settimana è Trasformazione.
Doversi fermare davanti a una difficoltà fa arrabbiare o annoia.
Le pietre sono dure e fanno fatica a cambiare a trasformarsi. I Barbapapà invece sono morbidi e riescono a trasformarsi meglio di fronte alle difficoltà.
Non dobbiamo essere duri come le pietre e dobbiamo trasformarci come i morbidi Barbapapà.
Un Barbapapà sa affrontare bene le difficoltà che porta il coronavirus, la pandemia. Un Barbapapà affronta il coronavirus con la fantasia e la creatività e usa tanti colori diversi

[Testo in scrittura ETR – Easy To Read, “facile da leggere”- a cura del team ETR della Cooperativa AccaparlanteAssociazione “Centro Documentazione Handicap”]

Video in Lingua dei Segni Italiana (LIS) con sottotitoli

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[Video traduzione in Lingua dei Segni Italiana (LIS) a cura di Marilena Lionetti, dottoressa in Psicologia clinica e Interprete LIS]

[Sottotitoli a cura di Vera Arma, CulturAbile Onlus]

[Montaggio a cura di Marcantonio Lunardi]

[Un grazie particolare alla Fondazione Pio Istituto dei Sordi di Milano per l’importante sostegno al progetto #ParoleBuone]

PILLOLE AUDIO DI SERGIO ASTORI.

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TESTO IN CAA.

[Versione in simboli a cura di Antonio Bianchi, Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello, secondo il modello definito dal Centro Studi inbook]

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