23 Novembre 2021 |

Tempo di lettura: 8'

L’ASL DI ANCONA AUTORIZZA UN SUICIDIO ASSISTITO

È LA PRIMA VOLTA IN ITALIA
IL PRIMO SUICIDIO ASSISTITO IN ITALIA

IL FATTO.

  • Un uomo di 43 anni, in seguito a un incidente, è immobilizzato da 10 anni a letto.
  • La sua condizione non può migliorare.
  • L’uomo ha chiesto di ricorrere al suicidio assistito.
  • Il 22 novembre Il comitato etico dell’azienda sanitaria delle Marche ha autorizzato il suicidio assistito di questa persona.
  • Il comitato etico  è un organismo indipendente formato da medici e psicologi.
  • Ha il compito di tutelare i  diritti dei pazienti.
  • È il primo suicidio assistito autorizzato in Italia.
  • L’uomo ha dovuto lottare a lungo per ottenere quanto voleva.

SUICIDIO ASSISTITO, EUTANASIA PASSIVA, EUTANASIA ATTIVA.

  • I 3 termini definiscono procedure diverse che hanno come risultato la morte di una persona che vuole porre fine alla sua vita.
  • SUICIDIO ASSISTITO: il medico fornisce a una persona una sostanza che provoca la morte;  la persona utilizza personalmente la sostanza.
  • EUTANASIA PASSIVA: il medico si limita a sospendere le cure o a spegnere le macchine che tengono in vita un paziente. È possibile solo per persone tenute in vita da macchine e farmaci.
  • EUTANASIA ATTIVA: il medico somministra, di solito con una iniezione endovenosa, la sostanza che provoca la morte.

LA SITUAZIONE IN ITALIA.

  • Nel settembre 2019 la Corte Costituzionale aveva stabilito che, a determinate condizioni, il suicidio assistito  non è punibile.
  • Le condizioni per chiedere il suicidio assistito sono:
    • essere tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale (macchine o farmaci);
    • avere  una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che  la persona considera  intollerabili;
    • essere pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.
  • La sentenza della Corte Costituzionale era arrivata dopo il caso di dj Fabo.
  • L’eutanasia passiva, invece,  è regolata dalla legge sul testamento biologico, dal gennaio del 2018.
  • A ottobre di quest’anno sono state depositate più di 1 milione di firme a favore dell’eutanasia attiva.
  • Il referendum propone di abrogare la parte dell’articolo 579 del codice penale  che punisce l’assistenza al suicidio.
  • Ora i magistrati devono decidere se autorizzare il referendum.
  • Il referendum dovrebbe svolgersi l’anno prossimo, se sarà autorizzato.
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