IL FATTO.
- Marco Vannini era un ragazzo di 20 anni.
- La sera del 17 maggio del 2015 (5 anni fa) telefona ai genitori per avvertirli che dormirà a casa della famiglia Ciontoli, la famiglia della fidanzata.
- La casa è a Ladispoli, vicino a Roma.
- Alle 11, mentre Marco sta facendo una doccia, Antonio Ciontoli (il padre della fidanzata) gli spara un colpo di pistola e lo ferisce tra la spalla e il torace.
- I motivi del ferimento non sono chiari.
- Antonio Ciontoli è un sottufficiale della Marina Militare.
LA MANCATA RICHIESTA DI AIUTO.
- Circa 40 minuti più tardi, intorno alle 23:40, Federico Ciontoli (figlio di Antonio) telefona al 118 chiede aiuto per “un ragazzo che ha avuto un malore”
- Dopo poco Federico dice al 118 che l’allarme è rientrato.
- L’operatore del 118 ricorda di aver sentito delle strane urla in sottofondo “come di una persona che dicesse di voler parlare con i suoi genitori”.
- 30 minuti dopo, dalla casa parte una nuova telefonata con la richiesta di un’ambulanza.
- Anche durante questa telefonata la gravità dell’accaduto non viene detta.
- Quando l’ambulanza arriva gli operatori trovano Marco in agonia.
- Trasportato in ospedale in elicottero, Marco è dichiarato morto.
I PROCESSI.
- La sentenza di primo grado per l’omicidio ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni di reclusione per omicidio volontario.
- Il figlio Federico, Martina la figlia (fidanzata di Marco) e la moglie Maria Pezzillo sono stati condannati a 3 anni di carcere per omicidio colposo.
- Nel processo di appello la pena di Antonio Ciontoli è ridotta a 5 anni; i 3 anni per i familiari sono confermati.
- Il 7 febbraio 2020 la Cassazione dispone un nuovo processo d’appello.
- Mercoledì 30 settembre il tribunale ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni.
- I due figli e la moglie sono stati condannati a 9 anni e 4 mesi.
- I giudici hanno stabilito che Marco non è morto per la ferita, ma per i mancati soccorsi.
- Ora le persone condannate potranno ricorrere contro la sentenza.
I GENITORI DI MARCO.
- Marco era figlio unico.
- I genitori di Marco durante questi 5 anni si sono sempre impegnati perché la verità su quanto accaduto al figlio venisse alla luce