I PIANI NAZIONALI.
L’Onu (Organizzazione nazioni unite) ha pubblicato un nuovo rapporto che studia i piani nazionali del clima (Ndc) di 195 Paesi.
I dati raccolti riguardano l’anno 2022.
Con la sigla Ndc (Contributi determinati a livello nazionale) si indicano gli impegni sottoscritti dai governi di tutto il mondo per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
Il rapporto spiega in modo chiaro che limitare il riscaldamento globale a meno di 1,5 gradi è un obiettivo molto lontano dal realizzarsi.
Inoltre, con gli obiettivi indicati dai piani finora disponibili le emissioni aumenterebbero, invece di diminuire, del 9 per cento.
Secondo gli studi promossi dall’Onu occorre, una riduzione del 43 per cento entro il 2030.
Il riscaldamento del pianeta, sempre con gli attuali piani dei governi, salirà fino a 2,4 gradi.
Il 2023 sarà, infatti, l’anno più caldo della storia umana.
I piani per aumentare l’uso del gas naturale potrebbero aumentare di oltre 1,9 miliardi di tonnellate la presenza nell’atmosfera di di anidride carbonica ogni anno.
I conflitti in corso, inoltre, allontanano l’attenzione dell’opinione pubblica dalla urgente necessità di cambiare il passo nella produzione mondiale di energia.
LA COP28.
La COP è la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.
La Convenzione è un trattato ambientale internazionale firmato nel 1992.
Il trattato punta alla riduzione delle emissioni dei gas serra, alla base dell’ipotesi di riscaldamento globale.
Il prossimo 30 novembre ci sarà a Dubai la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la Cop28.
Per rendere più efficace la sua azione, l’Onu definirà a Dubai un nuovo filone di lavoro per disegnare i prossimi piani nazionali del clima.
L’obiettivo è di colmare la distanza tra i piani oggi disponibili e ciò che è necessario fare per contenere la crescita della temperatura del pianeta. Il rapporto è disponibile qui: Warming Projections Global Update.
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