Giovedì 7 settembre il governo ha approvato un decreto-legge che modifica le azioni per contrastare la criminalità giovanile.
NUOVE NORME PER I MINORI.
Il decreto-legge dà ai questori la possibilità di rivolgere l’“avviso orale” ai ragazzi e le ragazze di almeno 12 anni (invece dei 14 anni richiesti dalle norme attuali).
L’avviso orale è un richiamo con cui il questore avvisa una persona ritenuta pericolosa dell’esistenza di indizi a suo carico, e la invita quindi a mantenere una condotta conforme alla legge.
Il decreto abbassa da 18 a 14 anni anche l’età minima per ordinare il “Daspo urbano“.
Il Daspo urbano è il provvedimento con cui i questori possono ordinare a una persona di allontanarsi da un determinato territorio.
Il decreto introduce inoltre un aumento delle sanzioni per il porto d’armi e per lo spaccio di droga, anche di lieve entità: sarà, infatti, possibile l’arresto in flagranza di reato per i minori.
Rende possibile utilizzare la custodia cautelare per reati che prevedono pene di almeno 6 anni, mentre in precedenza era possibile richiedere la custodia cautelare solo per reati con pena di 9 anni.
La custodia cautelare toglie la libertà a un indagato nonostante non sia stato ancora riconosciuto colpevole di alcun reato.
Inoltre il decreto dà la possibilità ai questori di togliere il cellulare ai minori che compiono alcuni reati.
Questo intervento ha ricevuto critiche dalla maggioranza: è infatti molto difficile controllare se una persona usa un cellulare.
NUOVE NORME PER I GENITORI.
I genitori dei minorenni che ricevono l’avviso orale possono ricevere una sanzione da 200 a mille euro se non possono provare di non aver potuto impedire l’azione sbagliata dei figli.
I genitori dei ragazzi che non rispettano l’obbligo scolastico (e quindi lasciano la scuola prima dei 16 anni) possono essere puniti con il carcere, fino a 2 anni.
Fino al oggi erano puniti solo con una multa da 30 euro per i genitori.
LE REAZIONI.
Molti esperti e magistrati hanno criticato il decreto perché pensano che aumentare le pene sia inutile.
Pensano che sarebbe meglio dare ai ragazzi che commettono reati un contesto sociale ed educativo migliore.
Il decreto prevede in effetti anche misure rieduative.
In alcuni casi il giudice, infatti potrà decidere di chiudere un processo a carico di una persona minore.
Per ottenere questo il ragazzo deve entrare in un percorso di reinserimento e svolgere lavori socialmente utili.
Il decreto-legge è nato dopo gli stupri di Caivano e di Palermo compiuti da minori o giovanissimi.
Foto di Marco Chilese su Unsplash.
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