- Amra è una donna italiana originaria della Bosnia; ha 23 anni.

- Ha vissuto in un grande campo nomadi a 20 chilometri da Roma.
- Il 23 giugno la polizia ha arrestato Amra perché, insieme ad altre 2 donne, aveva rubato un portafogli.
- Amra e un’altra delle donne arrestate erano in stato di gravidanza avanzato.
- Le donne era state portate in Tribunale.
- Il tribunale aveva dato loro un avvocato d’ufficio.
- L’avvocato di Amra aveva chiesto il patteggiamento.
- La giudice non aveva accettato e Amra era finita nel carcere di Rebibbia a Roma.
- La legge italiana prevede, però, che una donna incinta non possa finire in carcere se non per “esigenze cautelari di eccezionale rilevanza”.
- Il giudice deve predisporre la custodia “presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri”.
- Ma nel caso di Amra la legge non è stata applicata.
- Due mesi dopo l’arresto, Amra ha partorito in carcere da sola.
- Non è chiaro se era nella sua cella o in infermeria.
- È certo, però, che durante il parto non aveva alcuna assistenza sanitaria.
- La garante delle persone detenute di Roma ha denunciato il fatto.
- La garante ha anche raccontato di aver scritto al tribunale il 17 agosto, chiedendo il trasferimento di Amra in una comunità, ma “nessuno ha risposto”.
- Alla fine questo fatto è finito sui giornali: tra i primi Repubblica.
- A questo punto la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha avviato un’indagine.
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Foto di Stefano Montesi