2 Giugno 2016 |

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Naufraghi e migranti

Il naufragio dell’Andrea Doria

  • L’Andrea Doria è stato un transatlantico dell’Italia navigazione.
  • Era uno dei transatlantici più sicuri e più eleganti in navigazione negli anni Cinquanta.
  • Il 25 luglio del 1956 alle 11 di sera, l’Andrea Doria, mentre si dirigeva verso New York, si scontrò con il mercantile svedese Stockholm.
  • Sull’Andrea Doria viaggiavano 1706 persone.
  • Durante scontro morirono 46 passeggeri dell’Andrea Doria e 6 della nave svedese.
  • L’abbandono della nave risultò difficile perché lo sbandamento della nave rese inservibili metà delle scialuppe.
  • L’ Île de France, nave francese diretta verso l’Europa, decise di invertire la rotta per portare soccorso.
  • Il comandante della nave francese fece illuminare a giorno la sua nave per calmare i naufraghi dell’Andrea Doria.
  • L’intervento della nave francese fu decisivo per facilitare l’evacuazione dell’Andrea Doria.
  • Il numero limitato delle vittime e il successo delle operazioni di soccorso è merito dell’equipaggio dell’Andrea Doria e del suo comandante Piero Calamai.
  • Calamai, dopo che tutti i passeggeri furono tratti in salvo, si rifiutò di abbandonare la nave.
  • Gli altri ufficiali della nave tornarono indietro e lo obbligarono a salvarsi.
  • Alle 10 del mattino successivo l’Andrea Doria affondò.
  • Il processo per stabilire la responsabilità del disastro non fecero piena luce sull’accaduto, perché vi fu un accordo tra le compagnie di assicurazione e gli armatori delle due navi coinvolte.
  • Questo fatto gettò ombre sull’operato del comandante Piero Calamai, che andò in pensione l’anno dopo il disastro.
  • Pierrette Simpson aveva 9 quando, insieme ai nonni, naufragò sull’Andra Doria mentre era in viaggio per emigrare negli Stati Uniti.
  • Pierrette, originaria di un paesino del Piemonte, dice parlando dei naufragi di questi giorni “io so cosa significa il terrore del mare che minaccia di inghiottirti, so che cosa significa guardare i battelli della guardia costiere, so l’angoscia di non sapere se faranno abbastanza in fretta. Non permettiamo che succeda ancora”.
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