- In Birmania il 1 di marzo c’è stato un colpo di stato militare.
- Da allora le proteste non si sono mai fermate.
- Ieri 3 marzo la repressione armata è diventata un bagno di sangue: almeno 38 persone sono state uccise in diverse città nel Paese.
- La polizia ha sparato su migliaia di manifestanti disarmati che protestano.
- Durante lo scorso fine settimana i poliziotti avevano già ucciso almeno 18 persone.
- I poliziotti hanno iniziato a sparare senza nemmeno sparare, per preavviso, lacrimogeni o proiettili di caucciù.
- Da alcune zone del Paese, dove la polizia vieta l’ingresso ai mezzi d’informazione, arrivano video di guerriglia urbana e foto di giovani uccisi con colpi alla testa.
Ai 38 morti si aggiungono le centinaia di arresti, che hanno fatto salire il totale ad almeno 1.300.
Sono stati presi di mira anche i giornalisti.
Almeno sei giornalisti, infatti, sono mi prigione per reati che vanno dalla diffusione di informazioni false all’incitamento di dipendenti pubblici alla disobbedienza.
- La gente continua a scendere per le strade nonostante le violenze dei militari.
- Gli Stati Uniti e l’Unione europea minacciano sanzioni senza ottenere alcun risultato.
- Ieri anche Papa Francesco ha lanciato un appello «affinché le aspirazioni del popolo del Myanmar non siano soffocate dalla violenza».
- il 1° marzo il cardinale Bo ha pubblicato su i suoi profili social il video di una suora che, inginocchiata supplica le forze di sicurezza di non sparare sui giovani manifestanti che proteste pacifiche.
- La suora è suor Ann Nu Thawng, della congregazione religiosa di San Francesco Saverio.
- Il direttore di un giornale cattolico birmano ha detto che “Piu’ di 100 manifestanti hanno potuto trovare riparo nel suo convento. Li ha salvati dal pestaggio brutale e dall’arresto della polizia”
MYANMAR (BIRMANIA). PROTESTE CONTRO I MILITARI. ALMENO 38 MORTI
I MILITARI AUMENTANO L'USO DELLA VIOLENZA
