Vi raccontiamo la storia della pallavolista Lara Lugli, dei diritti del lavoro nello sport e della sua gravidanza.
È un modo per parlare dei diritti delle donne nello sport italiano e, più, in generale dei diritti degli atleti a vedere riconosciuto il loro lavoro.
LA VICENDA DI LARA LUGLI.
- Nella stagione 2018-19 Lara Lugli giocava con il Volley Pordenone.
- Aveva 38 anni.
- All’inizio di marzo comunica alla società di essere incinta, e il suo “contratto” è interrotto.
- Un mese dopo Lara ha un aborto spontaneo.
- Nel mese di febbraio Lara si era allenata e aveva giocato regolarmente.
- Lara aveva quindi chiesto che la società pagasse lo stipendio di febbraio.
- La società non paga e Lara si rivolge a un avvocato che invia un’ingiunzione di pagamento.
- La società sportiva risponde citando Lara in tribunale.
- La società sostiene in tribunale che a causa del ritiro di Lara “la squadra aveva avuto un calo di risultati”.
- Gli sponsor, quindi, si erano ritirati.
- il “comportamento” di Lara, si legge, aveva dunque causato “un danno” alla società.
- Inoltre si dice che Lara all’epoca dell’ingaggio aveva 38 anni compiuti e aveva taciuto al momento della trattativa contrattuale la sua intenzione di avere dei figli.
- In conclusione, si dice: considerando la violazione della buona fede contrattuale, la risoluzione del contratto e il danno causato l’importo della sanzione andrà calcolato almeno nella misura di quello stipendio di febbraio non corrisposto.
- Questa vicenda racconta in modo chiaro che cosa avviene nel mondo dello sport e in particolare nel mondo dello sport femminile.
IL PROFESSIONISMO NELLO SPORT.
- La legge 91/1981 regola il professionismo nello sport.
- In sintesi sono le federazioni sportive nazionali a decidere se uno sport ha carattere professionale.
- Solo i professionisti hanno un rapporto di lavoro riconosciuto dalla legge, con i tutele assicurative e contributive, mentre i dilettanti sono privi di ogni tutela.
- Solo 4 federazioni sportive su 44 hanno deciso di aderire al settore professionistico.
- Sono:
- il calcio fino alla Lega Pro,
- il golf,
- il basket (solo in Serie A)
- il ciclismo su strada.
- Queste 4 federazioni, però, aderiscono al professionismo solo nella versione maschile.
IL PROFESSIONISMO NELLO SPORT FEMMINILE.
- Luisa Rizzitelli ha giocato a pallavolo come professionista.
- Oggi è presidente e fondatrice dell’associazione Assist, (Associazione Nazionale Atlete).
- Assist lotta per i diritti delle donne nello sport.
- Rizzitelli dice che nello sport «si consuma una delle più grandI discriminazioni di genere: impediamo alle donne di accedere al professionismo».
- Rizzitelli dice inoltre che nella carriera ha dovuto firmare lei stessa delle clausole “anti-maternità”.
- Antonella Bellutti ha vinto due medaglie d’oro olimpiche per ciclismo su pista, nel 1996 ad Atlanta e nel 2000 a Sidney.
- Bellutti dice: “Nello sport essere donna è un’aggravante, e alle donne viene implicitamente o esplicitamente impedito il diritto a essere madri”.
LA RIFORMA DI FEBBRAIO.
- A fine febbraio, il Consiglio dei ministri ha approvato cinque decreti legislativi per la riforma dello sport.
- Il ministro Vincenzo Spadafora (Movimento 5 Stelle) ha presentato la riforma quando era in carica durante il secondo governo Conte.
- I decreti prevedono, tra le altre cose, il riconoscimento del lavoro sportivo e l’abolizione del vincolo sportivo, inteso come limitazione alla libertà contrattuale dell’atleta.
- Per Rizzitelli la riforma ha «molti elementi rivoluzionari: comincia a parlare seriamente di lavoro sportivo e invita le federazioni ad adeguarsi mettendo a disposizione un fondo per il professionismo negli sport femminili».
- Per le donne, l’adesione delle federazioni sportive al professionismo, però,rimarrà sostanzialmente volontaria: i decreti lasciano cioè alle federazioni libertà di decidere se una disciplina sportiva è professionistica oppure no.
- Finora solo una federazione ha chiesto il passaggio di campionati femminili al professionismo sportivo: la FederCalcio.
- Secondo Rizzitelli, “fino a quando a decidere se essere professionista o meno non sarà la natura della prestazione lavorativa, ma la volontà del tuo datore di lavoro, non ci sarà mai parità”.
- Il prossimo 18 maggio ci sarà l’udienza davanti al giudice di pace per Lara Lugli che, nel frattempo, ha ricevuto il sostegno del sindacato giocatori di pallavolo Aip, di molte atlete e di qualche politica.