Dopo gli eventi climatici estremi che hanno colpito soprattutto l’Emilia-Romagna può essere utile fare il punto su i cambiamenti climatici che stanno avvenendo in Italia.
Mentre scriviamo a Ravenna sono state trovate altre 2 persone morte. Le vittime diventano quindi 11. 27 mila persone sono senza elettricità. 250 strade sono chiuse.
La Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) è un ente di ricerca.
Il suo obiettivo è realizzare studi del sistema climatico e delle sue interazioni con la società e con l’ambiente, per garantire risultati affidabili in grado di:
- stimolare una crescita sostenibile,
- proteggere l’ambiente,
- sviluppare, politiche, fondate su conoscenze scientifiche, per adattarsi e limitare i cambiamenti climatici.
Nel 2020 CMCC ha pubblicato: Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in Italia.
L’analisi di CMCC parte da questo dato “La regione Mediterranea è considerata uno degli hot spot (punto caldo) del cambiamento climatico, con un riscaldamento che supera del 20 per cento l’incremento medio globale”.
Prosegue indicando:
- I cambiamenti climatici previsti in Italia,
- Rischi previsti per l’Italia nei settori chiave,
- Costi dei cambiamenti climatici,
- Strumenti e risorse per gestire il cambiamento.
I CAMBIAMENTI CLIMATICI PREVISTI IN ITALIA.

Temperatura in aumento. I diversi modelli climatici sono concordi nel valutare un aumento della temperatura fino a 2 gradi nel periodo 2021-2050 (rispetto a 1981-2010). Alcuni modelli prevedono un aumento di 5 gradi a fine secolo.
Meno piogge ma più intense. Tra i principali risultati evidenziati dalle analisi degli scenari climatici vi è una diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo per il Sud e per il Centro Italia, e un le precipitazioni nel periodo invernale nel Nord Italia. Insieme a questi fenomeni è previsto un aumento delle precipitazioni massime giornaliere Le per la stagione estiva ed autunnale.
Più giorni caldi e secchi. In tutti i modelli emerge un consistente aumento di giorni con temperatura minima superiore a 20°C in estate e, nella stessa stagione, un aumento della durata dei periodi senza pioggia.
Come cambia il mare. I cambiamenti climatici stanno interessando in modo crescente l’ambiente marino (costiero e mare aperto).
Provocano un aumento delle temperature superficiali e del livello del mare, dell’acidificazione delle acque marine e dell’erosione costiera.
I RISCHI PREVISTI PER L’ITALIA NEI SETTORI CHIAVE.

Ambiente urbano.
L’ambiente urbano è caratterizzato dalla presenza di superfici impermeabili, ricoperte da cemento e asfalto con poche aree di carattere naturale (suolo e vegetazione).
In seguito all’aumento nelle temperature, alla maggiore frequenza (e durata) delle ondate di calore e di eventi di precipitazione intensa, bambini, anziani, disabili e persone più fragili saranno coloro che subiranno maggiori ripercussioni.
Sono attesi, infatti, aumenti di mortalità per cardiopatie, ictus, nefropatie e disturbi metabolici e un aumento delle malattie respiratorie.
Rischio geo-idrologico.
Molti interventi dell’uomo hanno contribuito negli anni all’aumento del rischio geo-idrologico in Italia come frane e alluvioni.
I cambiamenti climatici aumentano la frequenza e intensità di eventi atmosferici (come lo scioglimento della neve e dei ghiacciai o l’aumento delle piogge intense) che regolano la quantità dei fenomeni di dissesto del terreno con frane e alluvioni.
Risorse idriche (Acqua).
L’acqua è necessaria per una crescita equa e sostenibile, per la competitività delle imprese e la tutela dell’ambiente naturale.
I cambiamenti climatici fanno prevedere una riduzione della disponibilità di acqua rinnovabile, con conseguenti aumenti dei rischi che ne derivano per lo sviluppo sostenibile del territorio.
I cambiamenti climatici attesi (periodi prolungati di siccità, eventi estremi e cambiamenti nel regime delle precipitazioni, riduzione della portata dei corsi d’acqua), presentano rischi sia per la qualità dell’acqua e per la sua disponibilità.
Agricoltura e allevamento.
L’agricoltura può andare incontro a una tendenza alla riduzione delle rese per molte specie coltivate e a una probabile diminuzione della qualità dei prodotti.
In generale, si può evidenziare un rischio più elevato per le aree del Sud Italia.
Impatti negativi sono attesi anche per il settore dell’allevamento, con diminuzione della qualità e la quantità delle produzioni.
Incendi.
L’aumento delle temperature e la riduzione delle piogge, e allo stesso tempo
la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi quali le ondate di calore o la prolungata siccità,
interagiscono con gli effetti dell’abbandono delle aree coltivate, dei pascoli e di quelle che un tempo
erano foreste gestite.
Si prevede che i cambiamenti climatici aumenteranno il rischio di incendi.
Sono attesi aumenti della pericolosità di incendio, allungamento della stagione degli incendi e aumento delle
giornate con pericolosità estrema.
Si prevede anche un aumento delle superfici bruciate con conseguente aumento nelle emissioni di gas a effetto serra.
I cambiamenti climatici in Italia risultano essere ancora gestibili seppur presentando costi comunque
non trascurabili, circa lo 0,5% del PIL nazionale, solo per aumenti di temperatura inferiori ai 2°C
rispetto al periodo preindustriale.
COSTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI.
Ecco quali sono i costi dei cambiamenti climatici.
Disuguaglianze.
I cambiamenti climatici aumentano la disuguaglianza economica tra regioni. Gli impatti economici negativi tendono ad essere più elevati nelle aree relativamente più povere.
Settori più colpiti.
I cambiamenti climatici hanno un effetto negativo su tutti i settori dell’economia italiana.
Le perdite maggiori saranno:
- nelle reti (strade, ferrovie) e nelle infrastrutture del Paese per l’aumento intensificarsi di alluvioni e frane,
- nell’agricoltura,
- nel settore turistico sia estivo che invernale.
STRUMENTI E RISORSE PER GESTIRE IL CAMBIAMENTO.
Investimenti.
I cambiamenti climatici richiederanno numerosi investimenti e rappresenteranno per l’Italia un’opportunità per investire in uno sviluppo sostenibile.
Usare le risorse.
L’Europa e l’Italia hanno messo a disposizione ingenti risorse economiche: capacità di acquisirle con competenza e una giusta dose di innovazione sarà la sfida per il prossimo trentennio.
Un’occasione da non perdere (né rimandare).
È il momento migliore in cui nuovi modi di fare impresa e nuovi modi per una gestione sostenibile del territorio
devono entrare a far parte del bagaglio di imprese ed enti pubblici, locali e nazionali.
I rischi a cui l’Italia va incontro sono distribuiti in tutte le Regioni.
Le Regioni del Nord, anche se più ricche e sviluppate, non possono evitare gli impatti dei cambiamenti climatici, e non sono più preparate per affrontarli delle Regioni più povere.
Per quanto riguarda gli eventi estremi, la probabilità del rischio è aumentata in Italia del 9% negli ultimi vent’anni.