Il fatto è accaduto a gennaio di quest’anno al reparto di Pronto Soccorso dell’ospedale di Merate, un paese in provincia di Lecco.
Nel reparto di Pronto Soccorso lavorano 25 infermieri e 8 operatori socio-sanitari.
Il capo infermiere di questo reparto si chiama Francesco Scorzelli ha 59 anni.
A gennaio di quest’anno due infermiere entrano in gravidanza contemporaneamente.
E’ un fatto molto raro.
Francesco, il capo infermiere, chiede a sette infermieri di rientrare dalle ferie o di rinunciare ai loro giorni di riposo per “coprire” dei turni che altrimenti sarebbero rimasti sguarniti.
Francesco aveva chiesto, in precedenza, alla direzione di riconoscere a questi infermieri un’indennità.
La direzione aveva assicurato la sua disponibilità a pagare l’indennità.
L’indennità (dai 50 ai 70 euro), però, non è stata mai pagata per un intoppo burocratico.
Francesco, a questo punto, si è comportato da gentiluomo.
Ha deciso: “se non ci pensa l’azienda, ci penso io”.
Si sentiva responsabile, perché era lui che aveva chiesto agli infermieri di coprire i turni.
Francesco ha regalato ai sette infermieri alcune ricariche telefoniche.
Francesco infatti, non poteva dare soldi contanti, perché sarebbe stato illegale.
Francesco ha accompagnato le ricaricare con una lettera nella quale ringraziava e si scusava a nome dell’azienda.