IL FATTO.
In Sudan dal 15 aprile sono esplosi scontri tra l’esercito e il gruppo paramilitare Forze di supporto rapido (Rsf).
Le Forze di supporto rapido sono un esercito parallelo: conta tra i 70 mila e i 100 mila militari.
A capo dell’esercito c’è il presidente della giunta che governa il Paese (Abdel Fattah al Burhan).
A capo del gruppo Forze di supporto rapido è il vicepresidente della giunta (Mohamed Hamdan Dagalo detto Hemetti)).
al Burhan e Dagalo prima erano alleati e ora sono rivali.

Ricordiamo che l’attuale governo è nato da un colpo di Stato militare del 2021.
Proprio al-Buhran ed Hemetti avevano fatto il colpo di Stato contro il dittatore Omar al Bashir che ha governato il Sudan per 30 anni.
Nel dicembre del 2022 il governo di Burhan aveva acconsentito a un accordo per restituire il potere a un’amministrazione civile.
L’accordo prevede l’integrazione delle Rsf nell’esercito regolare.
Hemetti non vuole sciogliere le Rsf perché teme di perdere potere.
Dice Internazionale che al-Buharan vuole uno Stato con un forte potere centrale e salde relazioni con l’Occidente. Hemetti, invece, punta a rapporti più stretti con la Federazione Russa.
La rivista di geopolitica Limes spiega che gli scontri che stanno avvenendo in Sudan oggi non sono una guerra civile, perché la popolazione non partecipa agli scontri e non è interessata ai motivi degli scontri.
Gli scontri sono iniziati, però, mentre il Sudan è colpito da una grave siccità e da una crisi alimentare.
Le violenze possono aggravare questa situazione: la popolazione potrebbe essere obbligata a partecipare alla guerra se le parti in lotta controllassero le scarse risorse utili alla sopravvivenza.
EVOLUZIONE DEGLI SCONTRI.
Le notizie dicono che migliaia di persone stanno fuggendo da Khartum la capitale del Sudan.
A Khartum, infatti, ci sono gli scontri più violenti.
A Khartum ci sono state interruzioni alle forniture di energia elettrica e acqua e inizia a mancare il cibo.
Mezzaluna Rossa (la Croce Rossa dei Paesi islamici) dice che molti ospedali sono danneggiati e mancano medici e medicine.
Khartum ha circa 5 milioni e 200 mila abitanti.
IL SUDAN.
Il Sudan ha fatto parte del protettorato egiziano briitannico dal 1899 al 1956.
Nel 1956 ha ottenuto l’indipendenza.
Il Sudan è il terzo Paese più grande dell’Africa (dopo Nigeria e Repubblica Democratica del Congo); ha 46 milioni di abitanti.
Ha molte zone desertiche e uno sbocco sul Mar Rosso.
Il Sudan abitato da una popolazione prevalentemente araba e di religione musulmana ma ci sono anche minoranze etniche.
È un Paese di transito per i migranti che vogliono raggiungere l’Europa attraverso la Libia.
È uno dei 20 Paesi più poveri al mondo.
Il Sudan è nato nel 1956 e ha avuto alcune violente guerre civili.
Una guerra civile si combatte nel Darfour, una delle regioni del Sudan, dal 2003 al 2006.
Lascia 300 mila persone morte e 2 milioni e mezzo di persone, private della casa, che vivono in campi profughi.

Le altre guerre civili si combattono tra Sudan e Sud Sudan a più riprese.
Muoiono per i combattimenti, per la fame e le malattie 2 milioni e mezzo di persone.
Nel 2011 un referendum (approvato con oltre il 98 per cento dei voti) crea lo stato del Sud Sudan, riconosciuto dalla comunità internazionale.
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