Martedì 4 luglio la giornalista russa Elena Milashina e l’avvocato Alexander Nemov sono stati aggrediti mentre si trovavano a Grozny per seguire un processo.
Grozny è la capitale della Cecenia, repubblica della Federazione Russa.
NOVAJA GAZETA.
Milashina è una nota giornalista d’inchiesta di Novaja Gazeta, una testata russa indipendente.
Negli anni scorsi Novaja Gazeta aveva subito molti tentativi di limitare la sua indipendenza e il suo lavoro.
Il giornale esiste da 30 anni: 6 suoi giornalisti sono stati uccisi in questi 30 anni.
Il suo direttore, Dimitri Muratov, ha ricevuto il premio Nobel per la Pace nel 2021.
Oggi il giornale non può pubblicare in Russia a causa delle limitazioni alla libertà di stampa in tempo di guerra.
IL PROCESSO.
La giornalista stava seguendo il caso di una donna: Zarema Musayeva.
È la madre di 2 noti critici del regime del presidente della Cecenia (Kadyrov).
I 2 uomini vivono in esilio.
Nel 2022 la madre era stata rapita dal suo appartamento a Mosca e portata in Cecenia.
Martedì il processo ha condannato la donna a 5 anni di carcere per insulti e resistenza alla polizia.
I gruppi che si occupano della difesa dei diritti umani hanno denunciato le accuse come false.
Nemov è l’avvocato della donna.
L’AGGRESSIONE.
Gli aggressori hanno colpito la giornalista e l’avvocato con delle mazze.
Poi hanno spezzato le dita alla giornalista, le hanno rasato i capelli e macchiato la faccia per cercare di impedirle di comparire in pubblico.
Hanno invece accoltellato l’avvocato alla gamba.
Inoltre hanno fatto inginocchiare la giornalista e l’avvocato con le mani legate e hanno puntato una pistola alla loro testa.
L’aggressione ha suscitato reazioni persino in Russia dove l’intimidazione alla libertà di stampa è frequente.
ll portavoce del governo russo, Dimitri Peskov, ha detto che l’aggressione è un fatto particolarmente grave da affrontare con “misure energiche”.
Il presidente ceceno Kadyrov ha detto di aver incaricato “i servizi competenti di fare ogni sforzo per identificare gli aggressori”.
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