24 Settembre 2023 |

Tempo di lettura: 24'

GIORGIO NAPOLITANO. VITA POLITICA

Le principali tappe della sua vita politica
giorgio napolitano vita politica in breve

IL FATTO.

Venerdì 22 settembre è morto Giorgio Napolitano ex presidente della Repubblica.

Le sue condizioni di salute erano instabili da tempo.

A Palazzo Madama è stata allestita la camera ardente.

Martedì 26 settembre in piazza Montecitorio, fuori dal palazzo della Camera dei deputati, ci saranno i funerali di Stato.

Saranno funerali laici.

Martedì sarà lutto nazionale.

I PRIMI ANNI.

Giorgio Napolitano nasce a Napoli il 29 giugno del 1925 in una famiglia della borghesia: era appena iniziato il ventennio fascista.

Il padre era un avvocato e poeta, nato in un piccolo paese della provincia di Napoli.

La madre, Carolina Bobbio, era di origini piemontesi.

Nei primi anni di vita Napolitano abita a Napoli dove frequenta il liceo classico e si laurea in giurisprudenza nel 1947.

Durante l’università Napolitano scrive articoli per la rivista dei Gruppi universitari fascisti (GUF), un gruppo studentesco di volontari, e partecipa alle attività teatrali e cinematografiche.

Recita in alcuni spettacoli e scrive poesie in dialetto napoletano con lo pseudonimo di Tommaso Pignatelli.

GIORGIO NAPOLITANO E IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO (PCI).

I primi contatti di Napolitano con gli esponenti del PCI avvengono nel 1944, tramite le sue amicizie nei circoli intellettuali e culturali di Napoli.

Nel novembre del 1945, pochi mesi dopo la fine della guerra, si iscrive al PCI.

Nel PCI Napolitano fa a lungo parte della corrente riformista.

Per i riformisti la strada per arrivare al socialismo non era la contrapposizione netta al capitalismo o la rivoluzione. Bisognava portare avanti graduali riforme, insieme ai partiti socialisti italiani.

I riformisti furono sempre in contrapposizione con l’ala più radicale e di sinistra del PCI.

ll principale esponente dell’ala riformista era Giorgio Amendola.

Dopo la morte di Amendola, negli anni Ottanta, Napolitano fondò la sua corrente i “miglioristi”.

Miglioristi significa in estrema sintesi: non distruggere il capitalismo ma cambiarlo, migliorandolo.

Ricordiamo che nel 1956 Napolitano non condanna l’occupazione russa dell’Ungheria.

All’epoca i fatti d’Ungheria allontanarono molti militanti dal PCI.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale l’Ungheria (come il resto dell’Europa orientale) era sotto l’influenza dell’Unione Sovietica.

Quando gli ungheresi provano a ribellarsi alla dittatura filo-sovietica, l’Unione Sovietica interviene e reprime brutalmente la rivolta (i morti ungheresi sono 2 mila).

Napolitano criticherà, invece – 10 anni più tardi – l’invasione e la repressione dell’Unione Sovietica in Cecoslovacchia.

Dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) e la disgregazione dell’Unione Sovietica (1991) si arriva allo scioglimento del PCI.

Napolitano si allontana dalla vita del partito e assume ruoli istituzionali.

GIORGIO NAPOLITANO E LA SUA CARRIERA POLITICA.

Prima di laurearsi, nel 1947, diviene segretario federale di Napoli e Caserta.

Nel 1953 è eletto per la prima volta al parlamento.

Napolitano è deputato quasi ininterrottamente dal 1953 al 1996 (europarlamentare dal 1989 al 1992 e dal 1999 al 2004).

Nel 2005 Napolitano diventa senatore a vita per decisione del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi..

Napolitano diventa presidente della Camera dal 1992 al 1994; ministro dell’Interno dal 1996 al 1998.

Diventa presidente della Repubblica il 15 maggio del 2006 al 15 gennaio 2014.

Napolitano è stato il primo presidente della Repubblica ad essere eletto 2 volte.

GIORGIO NAPOLITANO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

Dal 2006 al 2010 la presidenza della Repubblica di Napolitano naviga in acque relativamente tranquille.

Nel 2010 scoppia una gravissima crisi economica che parte dagli Stati Uniti e diventa mondiale.

In Europa gli Stati più deboli e indebitati rischiano moltissimo.

L’Italia, con il debito pubblico molto alto, rischia molto; a capo del governo c’è Silvio Berlusconi.

L’Unione Europea non ha fiducia nel governo italiano e i tassi d’interesse dei titoli di stato italiani crescono moltissimo; l’economia dello Stato è a rischio.

In questa situazione Napolitano assume un atteggiamento decisamente interventista.

Convince Silvio Berlusconi a dimettersi; non indice nuove elezioni e nomina un governo di personalità non politiche, ma con competenze soprattutto economiche.

Nel novembre 2011 nasce così il governo guidato da Mario Monti.

Sarà un governo, tecnico, rigoroso, fatto di tagli e sacrifici che sia Napolitano sia Monti giudicano indispensabili.

Un governo che soddisfa le attese dell’Unione Europea.

Nel 2013 ci sono le elezioni politiche: le coalizioni di centrodestra e centrosinistra sono quasi in equilibrio; il Movimento 5 Stelle ottiene un grande risultato (è solo ed è il partito più votato).

Napolitano sceglie 2 governi di di “larghe intese” tra centrosinistra e centrodestra che escludono il Movimento 5 Stelle.

Queste scelte vengono molto criticate.

Giorgio Napolitano diventa “Re Giorgio”, cioè un presidente troppo decisionista e poco rispettoso delle regole.

Il primo governo di larghe intese è guidato da Enrico Letta; sostanzialmente per lotte interne del Partito Democratico (PD) dopo pochi mesi Matteo Renzi sostituisce Letta.

Nel gennaio 2015 Giorgio Napolitano rassegna le dimissioni: ha 90 anni.

LEGGI ANCHE: IL DISCORSO DI SERGIO MATTARELLA.

Foto: Roberto Ferrari from Campogalliano (Modena), Italy, CC BY-SA 2.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0, via Wikimedia Commons.

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