Ieri 27 marzo, è morto dopo una breve malattia cardiaca il giornalista Gianni Minà.
Gianni Minà era di origini siciliane ma era nato a Torino il 17 maggio 1938.
Tutti ricordano le interviste di Minà garbate, approfondite e, spesso, ripetute nel tempo.
Ha sempre la capacità di costruire rapporti personali autentici con i personaggi che incontra che trovano in lui un ascoltatore attento e rispettoso.
È amico di personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport, della politica.
Massimo Troisi descrive molto bene questa capacità di Minà di costruire relazioni.
Vi proponiamo anche un ricordo di Gianni Minà uscito oggi su La Stampa di Antonio Barillà.
GIANNI MINÀ E LO SPORT.
Inizia la carriera di giornalista a 21 anni come giornalista sportivo alla Gazzetta dello Sport.
Nel 1960 inizia a lavorare in RAI per seguire le Olimpiadi.
Le Olimpiadi nel 1960 si svolgevano a Roma.
Il giornalismo sportivo è uno dei molti campi d’azione di Gianni Minà.
Minà segue 8 mondiali di calcio e 7 olimpiadi ed è esperto di pugilato.
Sua è la trasmissione Facce piene di pugni, storia in 14 puntate del pugilato, osservato come fenomeno tecnico e sociologico.
Realizza documentari su Diego Armando Maradona, Muhammad Ali, Michel Platini, Pietro Mennea e molti altri.
Minà ha seguito Muhammad Ali, in tutta la sua carriera e gli ha dedicato un lungometraggio intitolato Cassius Clay, una storia americana.
Nel 2001 Minà firma Maradona: non sarò mai un uomo comune reportage-confessione di 70 minuti con Diego Maradona.
GIANNI MINÀ E IL SUD AMERICA.
Il Continente latino-americano, nei suoi molti aspetti sia politici sia culturali sia sportivi, è stato un altro settore di interesse profondo di Minà.
Ecco alcuni suoi documentari sull’America latina.
- Storia di Rigoberta sul Nobel per la pace Rigoberta Menchú (premiato a Vienna in occasione del summit per i diritti umani organizzato dall’ONU;
- Il Che quarant’anni dopo su Ernesto “Che” Guevara.
- Nel 1987 intervistò una prima volta per 16 ore il presidente cubano Fidel Castro.
- Da quello incontro Minà ricava anche Fidel racconta il Che, un reportage nel quale il leader cubano per la prima e unica volta raccontò l’epopea di Ernesto Guevara.
- Minà intervista di nuovo Fidel Castro nel 1990, dopo il tramonto del comunismo.
Molti lavori di Minà diventano anche libri.
Gli ultimi sono, nel 2017, il libro-intervista Così va il mondo, dove Minà racconta 50 anni di giornalismo e nel 2020 il libro autobiografico Storia di un boxeur latino.
I documentari di Minà hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero.
Domani 29 marzo in Campidoglio (sede del Senato italiano) ci sarà la camera ardente di Gianni Minà.
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