LEGGI: IL G8 DI GENOVA: PREMESSE IDEOLOGICHE E POLITICHE
IL G8 DI GENOVA.
- Su questo sfondo nasce il G8 di Genova con le previste contestazioni dei no-global.
- I movimenti, che hanno visto il successo delle loro manifestazioni, sono pieni di voglia di esserci.
- I governi di destra, invece, vogliono dimostrare di saper contenere le proteste.
- In particolare Silvio Berlusconi vuole dimostrare di essere un capo di governo all’altezza della situazione.
- Berlusconi ha ereditato la collocazione del G8 a Genova dal precedente governo, guidato da Massimo D’Alema (PD).
- A Genova, città piena di stradine in salita e “schiacciata” sul mare, sarà molto difficile garantire l’ordine pubblico.
- Berlusconi, da uomo di spettacolo, pensa all’avvenimento come un evento teatrale.
- Si preoccupa, infatti, che la città si pulita e bella.
- Rimangono famosi 2 suoi interventi:
- i vasi di piante di limoni, con limoni finti appesi
- il divieto di stendere panni per le strade (abitudine genovese dove molte case del centro storico non hanno balconi).

L’organizzazione dello Stato per il G8 di Genova
- Le autorità decido di blindare la zona dove agiranno gli 8 grandi della terra e il loro seguito.
- Questa zona diventa rossa: le persone che ci abitano devono avere un lasciapassare per entrare e uscire.
- Si costruisce un muro di grate alte 3 metri; il muro è lungo 8 chilometri.
- La città diventa invivibile; i cittadini che possono lasciano per qualche giorno la città.

- Arrivano a Genova 20mila forze dell’ordine che non conoscono Genova.
- Hanno armi anti sommossa nuove, ma scarso addestramento.
- Il ministro degli interni del governo Berlusconi è Claudio Scajola, ma chi dirigerà poi le operazioni sarà Il vice-premier Gianfranco Fini, di area ex-fascista.
- Alla vigilia del G8, un drappello di parlamentari del suo partito, An, aveva pubblicamente annunciato “solidarietà preventiva” all’azione delle forze dell’ordine in piazza, qualunque essa fosse.
L’organizzazione dei no-global per il G8 di Genova.
- In previsione del G8 di Genova i no-global lavorano per un anno per organizzare le proteste.
- Danno vita al Genova Social Forum formato da 1.184 gruppi e movimenti con ideologie e obiettivi, stili di contestazione molto diversi.
- Portavoce del Forum sono Vittorio Agnoletto (medico) e Luca Casarini del centro sociale Pedro di Padova.
- Casarini guida le Tute bianche: il loro obiettivo era sfondare simbolicamente la zona rossa in una specie di finta guerra.
- Le parole d’ordine dei no-global, in effetti erano “guerresche” e contribuiscono a creare un clima di paura e tensione.
LO STATO D’ANIMO PRIMA DEL G8.
- I servizi segreti diffondono notizie allarmanti sulle intenzioni dei no-global.
- Le forze dell’ordine sono avvisate che dovranno persone pronte a lanciare contro di loro bombe di “sangue infetto”, che ci sarebbero state catapulte per lanciare pietre…
- I mezzi d’informazione a loro volta diffondono un clima di paura.
- Ad esempio pubblicano la notizia che arriveranno a Genova 200 sacchi per trasportare cadaveri.
- Si aspetta il morto o i morti.
20 LUGLIO. LA MORTE DI CARLO GIULIANI.
- Il 19 luglio scorre tranquillo.
- La città è invasa da 200 mila manifestanti.
- Il 20 luglio sono previsti molti cortei in diverse zone della città.
- Fino dalla mattina gruppi di black bloc devastano la città.
- Le forze dell’ordine non intervengono mai.
- Nessun black bloc sarà arrestato.
- Rimane il dubbio che servizi segreti abbiamo infiltrato i black bloc.

- In compenso le forze dell’ordine caricano i cortei di manifestanti non violenti picchiando a più non posso.
- Alle 14.30 parte il corteo dei centri sociali: vogliono forzare simbolicamente la zona rossa.
- Si incontrano con le forze dell’ordine che stanno cercando gruppi di black bloc.
- 2 ore di scontri violentissimi: i poliziotti picchiano manifestanti non violenti, giornalisti, medici, fotografi.
- Alla fine il morto tanto atteso: Carlo Giuliani 23 anni.
- Il carabiniere di leva Mario Placanica è dentro una camionetta, forse Giuliani sta per lanciare un estintore contro la camionetta.
- Placanica spara ad altezza d’uomo e uccide Carlo.
- Un commento della polizia: c’è la registrazione (agli atti del processo) dove una poliziotta donna dice a un collega (parlando della morte di Giuliani) «uno a zero per noi».
21 LUGLIO ANCORA BOTTE.
- Questa volta il mantenimento dell’ ordine è affidato alla Guardia di Finanza e polizia.
- Sul lungo mare di Genova sfila una corteo pacifico di 300 mila persone.
- 300/400 black bloc iniziano a devastare; i manifestanti cercano di isolarli e fermarli.
- Le forze dell’ordine massacrano nuovamente i manifestanti pacifici.
- Gli ospedali si riempiono di feriti; i poliziotti vietano ai parenti di entrare in ospedale.

21 LUGLIO: ASSALTO ALLA DIAZ.
- La Diaz è una scuola di Genova.
- Alla scuola Diaz era stato allestito il coordinamento del centro media del Genoa Social Forum.
- Inoltre molti manifestanti dormivano nella scuola.
- Verso mezzanotte un blindato sfonda i cancelli della Diaz.
- Gli agenti di vari corpi sono circa 350. Picchiano e distruggono.
- Un funzionario di polizia al processo descrive quello che avviene come ” macelleria messicana”.
- Alle violenze partecipano anche uomini in borghese con il volto coperto: ancora oggi si ignora chi fossero.

- Alla Diaz iniziano le torture: sulle ferite le forze dell’ordine spruzzano spray al peperoncino e la schiuma degli estintori.
- In seguito, per difendersi, gli agenti diranno che le persone erano già ferite negli scontri di piazza.
- Cercheranno anche di giustificare il loro operato nascondendo bombe molotov nella scuola per dimostrare che i manifestanti erano violenti.
A BOLZANETO.
- Le persone arrestate il 20 e il 21 luglio, comprese le persone prelevate alla scuola Diaz furono portate nella caserma di Bolzaneto.
- In tutto erano più di 500 persone.
- Qui poliziotti e personale del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria torturò per giorni i manifestanti.
- Furono fatti stare in piedi per ore mentre venivano picchiati, costretti a cantare canzoni fasciste, fu loro pisciato addosso.
- Le donne subirono minacce di stupro; fu impedito di usare i servizi.
- Il medico capo dell’infermeria di Bolzaneto insultò i feriti e si rifiutò di mandare in ospedale anche chi stava male.
- Una funzionaria di di Amnesty International ha definito i fatti di Bolzaneto “la più grave sospensione dei diritti democratici in Europa dopo la seconda guerra mondiale”.

I PROCESSI E LE CONDANNE.
- In Italia nel 2001 non esiste il reato di tortura e gli agenti delle forze di polizia non hanno sul casco il numero identificativo.
- Molti torturatori, quindi, non possono essere identificati, perché agiscono a volto coperto.
- Quelli identificati non possono essere accusati di tortura perché il reato non esiste.
- Solo nel 2017 l’Italia introduce il reato di tortura.
- Omicidio Giuliani: Placanica fu assolto perché agì per legittima difesa. Nel 2005 fu congedato dai carabinieri “perché inadatto al servizio.
- Fatti del 20 luglio: 60 feriti sporsero denuncia per lesioni. Nessun agente fu individuato e quindi nessuno condannato.
- Diaz: 25 condanne su 29 indagati. Condannati anche alcuni dirigenti.
- Bolzaneto: 15 condanne su 44 indagati.
L’11 settembre di quello stesso anno, il 2001, ci furono gli attentati negli Stati Uniti.

- I fatti del G8 di Genova anche se sono passati pochi mesi diventano molto lontani.
- Clicca QUI per vedere un filmato sul G8 di Genova. Le immagini sono forti e vietate ai minori.