14 Gennaio 2022 |

Tempo di lettura: 18'

FRANCO GUARINO RICORDA DAVID SASSOLI

DUE ANNI DI INTENSA COLLABORAZIONE NEL RICORDO DI UN COLLEGA
  • Il ricordo che ho di David Sassoli riguarda il periodo più bello e più prolifico che abbiamo avuto insieme nel mondo giornalistico.
  • Il primo incontro avvenne nel 1992: David aveva 38 anni, l’aria di bravo ragazzo  e soprattutto serio.
  • Io invece venivo dal mondo dell’avventura e dall’ esperienza di reporter con un’esperienza già acquisita di circa 12 anni.
  • A quel tempo lavoravo per i telegiornali TG1 e TG3 e ero una figura particolare perché ero molto indipendente.
  • Riuscivo a proporre gli argomenti dopo essermi guadagnato la fiducia dei direttori e dei capiredattori.
  • Ricordo in particolare Roberto Morrione, Enzo Biagi, Federico Scialò che hanno contribuito con la loro esperienza ad aggiornare il mio pensiero di inviato speciale in tutto il mondo.
  • Mi occupavo prevalentemente della criminalità organizzata internazionale, del traffico di droga e del riciclaggio del denaro sporco.
  • Collaboravo con istituzioni internazionali come le Nazioni Unite a Vienna.
  • L’anno 1992 è stato tra i più impegnativi per gli argomenti che trattavo.
  • L’evoluzione del traffico del droga, infatti, era diventata uno dei problemi più grossi della società italiana e del mondo intero.
  • L’incontro con David fu organizzato dal capo redattore della cronaca del TG1 Roberto Morrione.
  • In quell’occasione c’era anche una giovane giornalista: Maria Cuffaro.
  • Ricordo che quel giorno il caporedattore ci portò in un bar di viale Mazzini vicino alla Rai e disse a Davide e Maria “Franco Guarino è il nostro inviato sui temi della criminalità organizzata nel mondo. Stategli vicino e imparate questo lavoro difficile”.
  • Fu così che iniziammo a lavorare insieme; soprattutto lo scenario era la Sicilia e le regioni produttrici di droga.

DUE ANNI DI INCHIESTE IMPEGNATIVE.

  • Davide mi parve subito all’altezza della situazione: era molto deciso, impeccabile nei testi e con una bella dose di coraggio nel muoversi tra mafiosi e finanza illegale.
  • Era il tempo dell’assassinio di Giovanni Falcone e dello scandalo di “Mani pulite”.
  • Ricordo: il mese di maggio del ‘92 mi trovavo nel Triangolo d’oro asiatico che comprende Birmania, Laos e Tailandia che insieme all’Afghanistan è la regione maggiore produttrice di oppio.
  • Finito quel reportage asiatico presi l’aereo e tornai a Roma.
  • Era 23 di maggio.
  • All’aeroporto di Fiumicino compro il quotidiano La Repubblica:  il titolo era: Assassinato Falcone.
  • Da quel momento per circa 2 anni i destini di David Sassoli e mio si unirono.
  • Ricordo che il direttore del TG3 era Sandro Curzi.
  • Ci chiamò in ufficio e ci disse “Andate in giro per il mondo per capire se ci sono delle piste mafiose sull’assassinio di Falcone”.
  • Io feci un programma di viaggio che comprendeva trasferte in Germania, Canada, Stati Uniti, Venezuela, Colombia e Brasile.
  • Ne parlai con David e gli chiesi se era pronto a partire con questo itinerario.
  • Lui rispose che per motivi di famiglia non avrebbe potuto seguirmi. Forse per la nascita di un figlio, non ricordo bene.
  • Così concordammo che lui sarebbe venuto solo a Francoforte per intervistare il capo della polizia tedesca.
  • In quel periodo era stato assassinato anche il giudice Borsellino.
  • Noi stavano seguendo una pista, perché Borsellino fu ucciso di domenica e il lunedì successivo sarebbe dovuto andare proprio a Francoforte.
  • Chiedemmo al capo della polizia il motivo di quella visita.
  • A New York mi raggiunse Maria Cuffaro che parlava bene l’inglese.
  • Quando andai in Canada, seguivo una pista precisa consigliatami da Falcone prima di morire.
  • Il giudice aveva una specie di chiodo fisso su due famiglie mafiose internazionali residenti in Venezuela e originarie di Siculiana (AG): i Cuntrera-Caruana.
  • Questa pista venezuelana da me seguita con molti rischi si rivelò  giusta:  nel mese di settembre di 92 molti componenti della famiglia furono arrestate.
  • Finito il reportage che vi proponiamo in visione insieme con David seguimmo il montaggio e lui che aveva una bella voce toscana si occupò anche della lettura dei testi.
  • In seguito  continuammo a collaborare per Mani Pulite spostandoci soprattutto in Svizzera e a Milano negli ambienti della “Milano da bere”.
  • La collaborazione durò fino al ‘94 poi le nostre strade si separarono.
  • Io, infatti,  continui a viaggiare per tutto il mondo su altri temi.
  • David, invece, si avvicinò agli ambienti politici e percorse la strada politica fino a diventare presidente del Parlamento Europeo.
  • Di quell’esperienza ricordo in particolare lo scambio: io insegnavo a lui e lui insegnava a me.
  • In questo modo portammo a termine lavori di inchiesta che, secondo me, sono di ottimo livello.
  • Ricordo che nel 1997 arrivò un altro giovane reporter di nome Sigfrido Ranucci.
  • Anche in quell’occasione il caporedattore mi chiamo in ufficio e mi disse “Questo giovane si chiama e viene con te a New York per seguire i lavori dell’ONU sul riciclaggio del denaro sporco e traffico di droga”.
  • Ora Sigfrido Ranucci lavora sotto scorta. Questo sta a testimoniare che la difficoltà ad indagare sulla criminalità rimane costante e richiede molti sacrifici che anche David ed io abbiamo fatto nel tempo.
  • Riguardo alla sua salute ricordo che me parlava quando ci sentivamo.
  • Ricordo anche quando subì il trapianto del midollo e poi gli alti e bassi del suo sistema immunitario che lo ha portato purtroppo alla prematura scomparsa.
  • Se  il suo passaggio dal giornalismo alla politica ci ha allontanato nel lavoro l’affetto è sempre rimasto vivo.
  • Riposa in pace, David: sarai sempre nei miei pensieri.

ECCO IL VIDEO DEL REPORTAGE: COSA NOSTRA.

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