- Cheikh è giovane di 19 anni originario del Senegal.
- Cheikh è arrivato in Italia 3 anni fa, quando aveva 16 anni, come minore non accompagnato (cioè da solo).
- Una famiglia di Torino lo ha accolto in casa propria.
- Questa famiglia partecipava, infatti, al progetto “rifugio diffuso”, portato avanti dalla diocesi di Torino insieme al Comune.
- Questo progetto prevede che una famiglia, accuratamente selezionata, ospiti per 6 mesi o un anno un migrante che abbia lo stato di rifugiato.
- La famiglia riceve un piccolo aiuto economico e il rifugiato riceve 90 euro il mese per le piccole spese insieme a un abbonamento ai mezzi pubblici.
- La coppia che ospita il giovane senegalese gli ha regalato una costosa bicicletta pieghevole per agevolarlo negli spostamenti per arrivare al lavoro.
- Il ragazzo, infatti, lavora come apprendista idraulico.
- Qualche giorno fa il ragazzo era a Porta Nuova e ha lasciato qualche minuto la bicicletta appoggiata a un muro.
- Quando è tornato a riprenderla alcuni vigilantes privati lo hanno fermato e lo hanno accusato di aver rubato la bicicletta.
- I vigilantes hanno detto che “la bicicletta era troppo bella per essere di un nero”.
- Cheikh è ormai abituato a questo pregiudizio e gira con lo scontrino d’acquisto della bicicletta in tasca per evitare noie.
- Inutile dire che essere scambiato per un ladro solo per il colore della pelle mortifica sia il ragazzo che dice: “per le persone anche se parlo italiano, anche se lavoro sono solo un nero“.
È NERO. HA UNA BELLA BICI. È UN LADRO
