Come sappiamo ci sono coppie che non possono avere figli.
Può accadere per problemi di sterilità o perché la coppia è formata da persone dello stesso sesso.
In questo caso si può ricorrere alla “fecondazione artificiale” (il termine corretto è procreazione medicalmente assistita, PMA).
In Italia la legge 40/2004 regola questa materia.
Prevede:
- metodiche di I livello: sono caratterizzate dal fatto che la fecondazione si realizza all’interno dell’apparato genitale femminile;
- tecniche di II e III livello: prevedono che la fecondazione avvenga in vitro;
- dal 2014 anche il ricorso alla procreazione eterologa (cioè la fecondazione in cui lo spermatozoo o l’ovulo o entrambi provengono da un donatore esterno alla coppia);
- non prevede il ricorso alla gestazione per altri (GPA). La GPA avviene, cioè, quando una persona esterna alla coppia porta avanti la gravidanza: è chiamata comunemente “utero in affitto”;
- per chi vìola le regole multe di centinaia di migliaia di euro o la reclusione fino a due anni.
In Italia la legge consente, però, il ricorso alla procreazione assistita solo a “coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”. In Italia, quindi, le coppie formate da persone dello stesso sesso non possono diventare genitori.
Le coppie omosessuali per ricorrere alla procreazione eterologa (nel caso di 2 donne) o alla gestazione per altri (nel caso di 2 uomini o anche di 2 donne) devono andare nei Paesi dove è loro consentito di ricorrere a queste procedure.
Vanno all’estero anche le coppie formate da un uomo e una donna quando abbiano la necessità di ricorrere alla gestazione per altri (GPA).
I Paesi, dove nascono i bambini di queste coppie, rilasciano un certificato di nascita dove sono correttamente indicati i genitori (sia se sono un uomo una donna, sia se sono 2 donne o 2 uomini).
Che cosa accade quando la famiglia torna in Italia?
In Italia manca una legge sul riconoscimento del legame di parentela del genitore non biologico cioè del genitore che non ha partecipato con lo spermatozoo o l’ovulo alla fecondazione.
Fino a qualche tempo fa molti sindaci in base ai loro poteri riconoscevano questi atti di nascita e li trascrivevano.
In seguito anche a sentenze dei tribunali (Corte di Cassazione) il numero dei sindaci disponibili è diminuito.
Erano rimaste poche città disponibili; tra queste Milano.
Il governo Meloni, attraverso il ministero dell’Interno ha chiesto ai sindaci di non trascrivere gli atti di nascita dei bambini nata da gestazione per altri (GPA).
A Milano questa richiesta è estesa anche alle donne che fanno ricorso alla fecondazione eterologa all’estero.
Al genitore non biologico resta una sola strada: l’adozione del bambino: è una strada lunga e costosa.
Questa situazione crea molti problemi a queste famiglie e soprattutto ai bambini.
Ricordiamo che al momento della fecondazione il genitore non biologico firma il consenso informato, quindi è responsabile della scelta della procreazione.
Quando arriva in Italia non è tutelato il suo diritto di essere genitore e soprattutto non è tutelato il diritto del bambino ad avere 2 genitori.
Nel 2021 la Corte Costituzionale con la sentenza 32, aveva definito evidenziato i molti problemi che la mancanza di una legge sui i figli con genitori dello stesso sesso non è “più tollerabile” e causa un “vuoto di tutela” per i nati da PMA praticata all’estero da coppie dello stesso sesso.
Le famiglie con genitori non eterosessuali si definiscono Famiglie arcobaleno.
Famiglie arcobaleno è anche il nome di un’associazione che si occupa della tutela di queste famiglie.
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Sabato 18 marzo a Milano c’è stata una manifestazione per difendere i diritti dei figli delle famiglie arcobaleno.