13 Aprile 2017 |

Tempo di lettura: 5'

Il decreto Minniti-Orlando sull’immigrazione

  • Ieri 12 aprile la Camera ha approvato il decreto Minniti-Orlando sull’immigrazione.
  • Il governo ha posto sul decreto il voto di fiducia.
  • La legge prevede:
  1. La sostituzione dei CIE (Centri identificazione ed espulsione) con i Cpr (Centri permanenti per il rimpatrio). I CIE erano 4 i CPR saranno 20, saranno più piccoli, sparsi in ogni Regione e costruiti lontani dai luoghi abitati. Le condizioni di vita nei CIE sono pessime, Gentiloni ha assicurato che “i CPR saranno tutt’altra cosa”. I critici al decreto (associazioni come Medici senza frontiere, Acli, Arci, CGIL e partiti Radicali italiani e Sinistra italiana) dicono che non è chiaro come saranno diversi.
  2. Il decreto prevede che rapporti tra i richiedenti asilo e lo Stato abbiano solo due gradi di giudizio. L’obiettivo è ridurre i tempi della giustizia. In Italia, però, le procedure giudiziarie prevedono sempre 3 gradi di giudizio. Chi critica il decreto dice che si è creata una giustizia separata per i migranti.
  3. Il giudice deciderà se accogliere la domanda del richiedente asilo o procedere all’espulsione senza parlare con l’immigrato, ma in base a una videoregistrazione di un colloquio precedente.
  4. Possibilità per i richiedenti asilo di svolgere attività socialmente utili in modo volontario e gratuito.
  • L’obiettivo del decreto è ridurre i tempi per decidere le espulsioni e aumentare il numero delle espulsioni eseguite.
  • I critici della legge sostengono che l’errore è considerare l’immigrazione solo come un problema di sicurezza e non come una congiuntura storica da gestire globalmente.
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