Giovedì 2 marzo la procura di Crotone ha aperto un’indagine per verificare se ci sono stati reati negli interventi organizzati dopo il primo avvistamento del peschereccio che è naufragato a Cutro.
L’obiettivo dell’inchiesta è capire se ci siano responsabilità nei ritardi dei soccorsi alle persone naufragate.
Le realtà coinvolte nell’indagine sono Frontex, la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera.
Un aereo di Frontex aveva avvistato il peschereccio alle 22,30 di sabato 25 febbraio.
Frontex aveva avvisato Carabinieri e Guardia di Finanza e solo per conoscenza anche la Guardia Costiera italiana.
Frontex aveva segnalato un barcone “con una persona sul ponte e possibili altre persone sottocoperta, nessun giubbotto di salvataggio visibile, buona navigabilità, nessuna persona in acqua”.
Il mare era molto mosso, ma Frontex non ha segnalato una situazione tale da richiedere soccorso
La Guardia di Finanza era uscita in mare per intercettare i migranti, ma era le imbarcazioni erano tornate indietro perché il mare era agitato.
La Guardia Costiera, che sarebbe stata in grado di salvare i migranti, ha detto di non aver fatto nulla perché non aveva avuto segnalazioni di pericolo.
Nel naufragio sono morte almeno 68 persone migranti (ma ci sono ancora alcune decine di dispersi).
Era stata già aperta un’indagine su 3 persone che potrebbero essere gli scafisti che hanno guidato l’imbarcazione dalla Turchia verso l’Italia.
Sono accusati di naufragio e omicidio colposo.