
IL CORRIDOIO DEL WAKHAN.
- Lo storico Corridoio del Wakhan si trova in una stretta striscia di terra afgana nella provincia del Badakhshan, tra le montagne dell’Hindu Kush e il Pamir.
- Il passo a 4.900 metri di altezza è il confine (che corre per 76 km) con la Repubblica Popolare Cinese.
- Il passo è aperto 5 mesi l’anno in modo discontinuo per le condizioni del clima.
- Il Wakhan è stato per millenni il punto d’incontro tra Asia centro-occidentale e Asia centro-orientale.
- Prima dell’avvento dell’Islam la regione fu soggetta a disputa tra Tibet e Cina.
- Il “corridoio” fu creato alla fine del XIX secolo dall’impero britannico, in chiave antirussa.

- Oggi questo confine tra la superpotenza cinese e l’Afghanistan una delle più povere nazioni al mondo con un’emergenza umanitaria senza precedenti, come affermato dalle Nazioni Unite è una zona importante dal punto di vista geo-politico.
- Si parla poco di questo confine, ma si trova al centro del programma di collaborazione recentemente concordato a Pechino tra le autorità politiche cinesi e afgane.
- È un punto strategico per la Nuova via della seta: infatti una nuova strada e una ferrovia saranno costruite per collegare i traffici commerciali tra le regioni cinesi desertiche con paesi dell’Asia Centrale e oltre.
- Questi progetti potranno essere una grande spinta al cambiamento economico e sociale afghano.
- Sono una promessa per futuro migliore per gli afgani: un popolo di 38 milioni abitanti, diviso in 150 tribù.
- Un popolo devastato da decenni di invasioni straniere.
- In questi giorni l’Afghanistan si trova provvisoriamente al centro di sistema mediatico, un sistema, a mio avviso, fallimentare perché basato su cattiva informazione.
- Per questo ho ritenuto doveroso ricordare le esperienze di reporter in questi territori e ricordare le tribù che le abitano, mosaico di etnie.
I KIRGHISI.

- I Kirghisi parlano la lingua pashtun come i partigiani della resistenza afghana saliti recentemente al governo che hanno condotto con la Cina le trattative per lo sviluppo di questa regione.
- Ho avuto modo di conoscere i Kirghisi e la loro semplice vita, negli anni ’80 in occasione di reportage storici sull’antica via della seta percorsa dalla famiglia di Marco Polo.
- I Kirghisi sono un gruppo etnico di origine turcica che vive principalmente in Kirghizistan (dove è il gruppo principale, con 3.350.000 persone).
- Oggi, piccoli gruppi di Kirghisi si trovano anche in Cina, nel vicino Uzbekistan, nel Tagikistan, in Russia, in Kazakistan e una piccola minoranza in Ucraina.

- La bandiera kirghisa presenta il sole giallo, con 40 raggi, proprio come le 40 tribù originarie.
- La madrepatria dei Kirghisi era la parte superiore del fiume Enisej nelle le montagne della Siberia.
- Col tempo le tribù kirghise migrarono verso sud , nello Xinjiang cinese si insediarono principalmente nella prefettura autonoma kirghisa di Kizilsu, nella parte sudoccidentale della regione autonoma uigura di Xinjiang.
- I Kirghisi sono musulmani, anche se alcuni anziani praticano ancora lo sciamanesimo.
- Nel corridoio strategico, come dicevo, vivono pastori kirghisi con le loro greggi di cammelli e di jak , gli animali che aiutano questa povera popolazione che vive isolata dal resto del mondo.
- La loro vita è semplice.

- È basata sul rispetto delle tradizioni, sui sentimenti, sul culto dell’ospitalità.
- Dedicano molto tempo alla meditazione; guardando il cielo parlando e ammirando la luna sempre presente e visibile a quelle altezze.
- È curioso scoprire che 190 anni fa qualcuno parlasse dei Kirghisi.
- Giacomo Leopardi, infatti, così scriveva nello Zibaldone:
- «I Kirghisi hanno anche dei canti non scritti che richiamano alla mente eccellenti imprese dei loro eroi; ma quelli non sono recitati che da cantori di professione e Meyendorff ebbe il dispiacere di non intenderne neanche uno.
- Molti Kirghisi passano la notte seduti su una pietra a guardare la luna, e ad improvvisare parole assai tristi su arie che non lo sono da meno».
- Fu proprio uno di quei canti ad ispiragli la poesia “Canto di un pastore errante dell’Asia”.
- La lirica consiste in un lungo monologo di un essere umano (il pastore) che si rivolge direttamente alla luna.
- Nel canto, il pastore errante pone diverse domande alla luna sulla vita e sull’ esistenza dell’ uomo. Leopardi sceglie di servirsi della semplice ed ingenua voce di un pastore, ritenendo quest’ultimo meglio di altri adatto ad interpretare l’ansia di conoscenza comune a tutti gli uomini.
- Le domande che egli pone sono le domande che tutti gli uomini si portano dentro.

- Oggi queste persone non conoscono il vero motivo di quello che sta accadendo in Afghanistan, continuano a vivere il loro antico tempo, un tempo che con i nuovi collegamenti stradali e culturali purtroppo distruggeranno.
- Come è accaduto in altre parti del mondo, la loro cultura si estinguerà, e un altro pezzo della storia dell’uomo si perderà per sempre.
