Oggi 27 gennaio è il Giorno della Memoria, cioè Giornata Internazionale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell’Olocausto.
Si è scelto questo giorno perché il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz sancendo la fine dell’Olocausto.

Le pietre d’inciampo sono un modo semplice per ricordare le vittime morte nei campi di concentramento nazisti.
Devono il loro nome a un passo del Vangelo.
San Paolo, infatti nella Lettera ai Romani scrive: “Ecco io pongo…. una pietra di inciampo un sasso che fa cadere. Ma chi crede in lui non sarà deluso“.
Chi ha voluto le pietre d’inciampo.
Nel 1992 un artista tedesco Gunter Demnig, diede questo nome a un suo progetto artistico.
Il progetto aveva l’obiettivo di evitare che l’olocausto e le sue vittime fossero dimenticate.
L’artista ha scelto di installare un cubo di pietra di 10 centimetri di lato in ricordo delle vittime della persecuzione nazista e fascista
Il cubo è inserito nel manto stradale davanti all’abitazione di una vittima dell’Olocausto.
La faccia superiore, in ottone, ha inciso nome e cognome della vittima, l’anno di nascita, la data, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta.
Le vittime così ricordate non sono solo ebrei ma anche omosessuali, rom, testimoni di Geova, disabili fisici e mentali, oppositori del regime nazista e membri della Resistenza
Dal 1992 al 2016, quindi in 24 anni, sono state poste 56 mila pietre d’inciampo in molti Paesi europei.
In alcune occasioni, le pietre d’inciampo sono state tolte “perché non gradite”.
La mappa di “la Repubblica” delle pietre d’inciampo.
Il quotidiano la Republica oggi pubblica una mappa d’interattiva delle pietre d’inciampo.
Clicca qui se vuoi visitare la pagina.
In questa mappa sono visibili tutte le pietre d’inciampo installate in Italia.
Il quotidiano invita a segnalare quelle mancanti.
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