TEDESCHE E NORVEGESI DICONO NO ALLE DIVISE/BIKINI
- In molti sport femminili le atlete indossano delle divise molto sgambate, simili agli slip dei bikini.
- Questi sport sono ad esempio il beach volley, la ginnastica artistica e pallamano su spiaggia (beach handball).
- Gli atleti uomini degli stessi sport indossano invece pantaloni più lunghi e più larghi.
- Addirittura, nella ginnastica artistica, gli uomini indossano spesso pantaloni lunghi fino alle caviglie.
- Inoltre, gli uomini possono indossare magliette molto più larghe.

- Alcune atlete hanno deciso di ribellarsi all’obbligo di indossare divise così succinte.
- Hanno, infatti, deciso di indossare divise diverse e meno “sexy”.
- Le atlete in questione sono le giocatrici di handball norvegesi e le ginnaste tedesche.
LE ATLETE NORVEGESI AI CAMPIONATI EUROPEI.
- Dal 13 al 18 luglio 2021 si sono svolti i campionati europei di beach handball a Varna, in Bulgaria.
- Ai campionati europei ha partecipato anche la nazionale della Norvegia.
- La squadra norvegese si è guadagnata la medaglia di bronzo per il terzo posto.
- Le giocatrici della nazionale norvegese si sono rifiutate di indossare il bikini come richiesto durante le partite.
- Le giocatrici hanno preso questa decisione perché considerano sessista la classica divisa.
- Al suo posto, hanno indossato dei pantaloncini più lunghi, con i quali si sentivano più a loro agio.
- Le giocatrici, con questa decisione, si sono opposte al regolamento della disciplina.
- Il regolamento prevede che le giocatrici indossino solo slip da spiaggia aderenti.

- Per essere andate contro il regolamento le giocatrici hanno ricevuto una multa.
- Organizzatori e membri della giuria hanno affermato che i pantaloncini più lunghi non sono un abbigliamento consono.
- La Federazione di pallamano norvegese ha sostenuto la scelta delle giocatrici.
- Anche la politica norvegese, inoltre, ha sostenuto le atlete.
- Infatti, un ministro e una parlamentare norvegese hanno denunciato l’obbligo del bikini come vergognoso e sessista.
- Infine, la cantante americana Pink ha dichiarato di essere molto fiera del gesto delle giocatrici e ha denunciato l’accaduto come un atto di sessismo.
- Pink si è addirittura offerta di pagare la multa!
- Pagherà, però, la multa la Federazione di pallamano.
- Presenterà anche una mozione affinché le atlete possano indossare l’abbigliamento con cui si sentono più a loro agio.

LE GINNASTE TEDESCHE ALLE OLIMPIADI DI TOKYO.
- Le ginnaste tedesche hanno preso esempio dal gesto delle giocatrici di handball norvegesi.
- Infatti, anche le ginnaste tedesche hanno deciso di gareggiare alle olimpiadi di Tokyo con divise diverse da quelle tradizionali.
- Le atlete hanno scelto divise lunghe fino alle caviglie.

- La tuta che copre le gambe sarebbe anche più comoda.
- Il body può infatti spostarsi durante la gara e creare imbarazzo per l’atleta stessa.
- Tra l’altro sistemare il body durante la gara porta a una riduzione dei punti.
- Questa tuta è molto più simile a quella utilizzata dai ginnasti maschi.
- Pertanto, è sicuramente una tuta molto utile durante le gare.
- La scelta di indossare la tuta, a detta delle atlete, è soprattutto un messaggio contro la sessualizzazione delle ginnaste e un segnale contro ogni forma di abuso nei confronti delle atlete.
- L’abuso a cui si riferiscono le atlete tedesche è in particolare il caso del medico Larry Nassar.
IL CASO LARRY NASSAR.
- Larry Nassar era il medico della nazionale americana di ginnastica.
- Nel 2018, Nassar è stato condannato a 176 anni di carcere per abusi sessuali.
- Nassar ha, infatti, abusato sessualmente di centinaia di atlete:
- Alcune di loro sono molto famose.
- A seguito della condanna di Nassar molte ginnaste di diverse nazioni hanno denuciato abusi sessuali, verbali o psicologici di allenatori e medici.
- Tra le atlete c’era anche Pauline Schafer, ginnasta della squadra tedesca.
- Schafer ha accusato gli allenatori di body-shaming (discriminazione legata all’aspetto fisico di una persona) e abusi psicologici.
- Schafer è nella squadra tedesca alle Olimpiadi di Tokyo 2020.