IL FATTO.
- Lunedì 6 maggio l’associazione “Un popolo in cammino” ha organizzato una manifestazione per protestare dopo il ferimento di Noemi.
- Noemi è la bambina di 4anni in gravi condizioni all’ospedale dopo essere stata raggiunta da una pallottola esplosa di camorristi.
- I camorristi volevano uccidere un pregiudicato e per farlo hanno ferito anche la bimba.
- Alla manifestazione hanno partecipato circa 300 persone.
- Tra di loro anche i parenti di altre vittime innocenti di sparatorie tra camorristi.
- A un certo punto ha preso la parola un giovane di 23 anni.
- È Antonio Piccirillo e – come spiega lui stesso – è il figlio di un noto camorrista.
LE PAROLE DI ANTONIO PICIRILLO.
- «Mi chiamo Antonio, mio padre è Rosario Piccirillo, un uomo che purtroppo ha fatto delle scelte sbagliate nella vita, è un camorrista».
- «Io voglio dire che i figli dei camorristi non vivono bene e le loro famiglie fanno una vita da cane, quella che forse meritano. Ho 23 anni, è la prima volta che scendo in piazza a manifestare».
- «Manifesto perché voglio un futuro migliore per la mia città, per i miei figli e per le future generazioni, con dei valori veri».
- «Dico ai figli dei camorristi, amate sempre i vostri padri ma dissociatevi dai loro stili di vita. Perché non portano a nulla».
- «C’è chi pensa che la camorra di una volta era meglio, non è così: la camorra ha sempre fatto schifo. Le persone perbene sono quelle che rispettano gli altri, e i camorristi non rispettano nessuno».
ECCO UN VIDEO DELL’INTERVENTO DI ANTONIO.
- Durante la manifestazione il clan ha fatto esplodere fuochi d’artificio per segnalare chi comanda.
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