1 Febbraio 2021 |

Tempo di lettura: 22'

AFASIA E LOCKDOWN

UN CONTRIBUTO INTERESSANTE
afasia e lockdown

Roberta Isastia.

Roberta ci ha inviato questo bellissimo contributo dal blog LO RACCONTO PROPRIO A TE 

Roberta Isastia è nata e ha vissuto gli anni della formazione a Roma.

In quegli anni, la prima metà degli anni Settanta, le giovani donne sentivano fortissimo il richiamo e il bisogno di autonomia dalla famiglia. Roberta era parte di questo cambiamento e decide di impiegarsi nella Banca Nazionale del Lavoro, interrompendo gli studi presso la Facoltà di Lettere Moderne dell’Università La Sapienza.

Due anni dopo si trasferisce a Torino, per seguire il marito.

La nascita del primo figlio la trasforma in una mamma studentessa.

Riprende gli studi e consegue la laurea dedicandosi contemporaneamente all’educazione dei figli, che nel frattempo erano diventati due.

Si laurea e diventa insegnante prima precaria e infine di ruolo.

Ama il mondo della scuola e l’insegnamento anche se ne ha sperimentato le contraddizioni e le incertezze.

Il percorso di vita non banale le consente di essere in sintonia con chi oggi affronta difficoltà di sociali ed economiche.

Grazie agli studi universitari ha scoperto le filosofie orientali: nel 2008 inizia la pratica dello yoga e dal 2015 insegna questa disciplina.

Nel 2016 Roberta decide di aprire il suo blog.

, per colloquiare con silenziosi lettori e lettrici: le mancavano i suoi ragazzi, da ascoltare e ai quali raccontare.

Nel 2019 un altro passo in avanti: riunire in una pubblicazione cartacea alcuni scritti inediti con alcuni pubblicati nel blog.

Vive accanto al marito che è una persona afasica e si spende attivamente per il benessere degli associati di  Aita Torino.

Collabora inoltre con CIRP ((Creare Integrazione Resilienza e Possibilità).

PRIMA DEL SECONDO LOCKDOWN.

  • Prima del secondo lockdown, causato dalla seconda ondata di covid 19 in Italia, tra soci A.IT.A piemontesi vi erano diverse occasioni di incontro.
  • Un pranzo condiviso, una visita ad una mostra in un museo torinese, la partecipazione ad un laboratorio artistico con Rosaria o con Valentina, gli auguri per Natale, la partecipazione ai congressi, la condivisione degli spettacoli della compagnia teatrale Babel o dei documentari realizzati da alcuni soci con l’Università di Torino, gli incontri di logopedia di Angelica, la giornata dell’afasia ad ottobre con gli scambi di piantine colorate e la voglia di stare insieme.
  • Ognuno di noi conosceva il nome e il cognome dell’altro e a grandi linee la storia dell’ictus di ciascuno. A grandi linee, appunto.
  • La pandemia è un male assoluto, senza se e senza ma. Mina la salute fisica e quella psichica, mina la nostra libertà di progettare la vita, mina la struttura economica del mondo intero come la conosciamo dalla Rivoluzione Industriale.
  • Eppure, anche in una situazione così estrema, si possono trovare raggi di luce.
  • Un raggio di luce per me è rappresentato dai nostri incontri su zoom.

IL BLOG LO RACCONTO PROPRI A TE.

  • L’Associazione italiana afasici del Piemonte, grazie ad una brillante idea di Valentina Borsella, socia e segretaria, ha proposto ai propri soci di ritrovarsi su zoom, tre volte alla settimana “solo per parlare”, al fine di tenerci compagnia nelle lunghe giornate casalinghe.
  • Gli incontri si sono ben presto trasformati in veri e propri incontri in cui ognuno ha raccontato qualcosa di sé, del suo passato, della sua famiglia d’origine,  svelando storie interessantissime e a tutti noi sconosciute: abbiamo visto foto d’epoca, che raccontano usi e costumi di un tempo passato.
  • Sarà la solitudine che regna nelle nostre case, sarà che tra ciascuno di noi e gli altri c’è uno schermo, sarà che abbiamo voglia di raccontarci e di ascoltarci, sarà quel che sarà, ogni volta ascoltiamo storie di vita delle nostre famiglie che lasciano nel nostro cuore immagini preziose.

TULLIO.

  • Tullio, zio di Annalisa, giovane partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale, una notte in un paesino dell’astigiano si rifugia in un pagliaio per sfuggire ad una retata e la mattina esce vivo e pelato. La paura gli aveva fatto perdere tutti i suoi bellissimi capelli biondi, quei capelli biondi che oggi ha Greta, figlia di Annalisa e Andrea.
  • Con zio Tullio, Annalisa ha iniziato ad amare la montagna. Tullio è sopravvissuto alla guerra, alla Resistenza e ha insegnato ad Annalisa a resistere alla fatica. Annalisa è una donna resiliente: troppo giovane è stata colpita dall’ictus, ma vive la sua vita di donna e di madre in modo coraggioso.
  • Aspettiamo altre storie di Annalisa.

CLAUDIA.

  • Claudia, un kilo di voglia di vivere, ci ha raccontato della tragica morte del padre, a Fiume, anno 1944,  ad opera di un cecchino partigiano, padre che stava correndo a casa per assistere la moglie nel parto. La mamma nei mesi successivi  portava in giro Claudia dentro una scatola di cartone, coperta con un cuscino, tanto la nostra Claudia era piccola, sana, ma piccola. Un kilo, appunto, di voglia di vivere.
  • Anche Claudia è una donna resiliente, sopravvissuta all’esilio, ai campi profughi, alla fame, al freddo, è diventata una donna forte e coraggiosa.
  • Claudia ha ancora molto da raccontarci.

VITTORIO.

  • Vittorio ci legge la sua storia a puntate, storia scritta durante il primo lockdown per la sua famiglia. Ho negli occhi le galline che vivevano nell’appartamento in Piazza Bernini, oggi sede dell’Isef, ieri sede di un cinema. Le galline ogni tanto volevano giù e sua mamma le andava a riprendere. Con lui stiamo ripassando i lavori scomparsi, quelli che coinvolgevano tutti i contadini in campagna e rivivendo gli anni delle grandi trasformazioni in Italia.

MARZIO.

  • Anche Marzio ci sta raccontando la sua interessantissima vita a puntate. Un piccolo bimbo, nato ad Addis Abeba durante la Seconda Guerra Mondiale,  che a un anno e un mese  imparò a camminare sulla nave Giulio Cesare (le navi bianche) che lo riportava in Italia circumnavigando l’Africa.

FRANCO.

  • Franco  ci ha portato nella cascina San Lorenzo di Racconigi, dove vivevano le famiglie dei suoi genitori. Ci ha mostrato una foto bellissima, di suo nonno che mungeva le vacche. Una foto rara per quei tempi.

ROBERTA.

  • Da parte mia anche io ho letto una lettera scritta da mio padre da Fano nel gennaio del 1940 a mia madre, facendo commuovere i presenti per la dolcezza e la gentilezza con cui mio padre, orfano di entrambi i genitori, morti durante la pandemia del 1918, si preoccupava per lei, lui che era pronto per la guerra.

… E ANTONIETTA, PINA, CATERINA.

  • E ancora i racconti di Antonietta e di Pino,  le bellissime foto e disegni di Caterina ci hanno spinto a raccontare anche noi attraverso le nostre foto. Racconti per immagini. Ogni tanto anche Pierluigi si affaccia nel video per ascoltare i suoi amici.
  • Tutte queste storie stanno cementando le nostre amicizie.

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6 pensieri su “AFASIA E LOCKDOWN

  1. Eccessionale. Bravissimi!!!
    Anche si sono “Facebook..ato” ma lo uso pochissimo (sai con il WhatsApp è piu facile)
    Grazie anche a voi di IF
    Gesuino

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