27 Ottobre 2020 |

Tempo di lettura: 8'

A PROPOSITO DI CHIUSURA DI CINEMA E TEATRI

VI PROPONIAMO UNA RIFLESSIONE DI MARINO SINIBALDI

CHI È MARINO SINIBALDI.

  • Marino Sinibaldi  è un giornalista, critico letterario e conduttore radiofonico italiano.
  • Sinibaldi  il 3 agosto 2009 è stato nominato direttore di Radio 3 dal Consiglio di amministrazione della Rai.
  • Dal gennaio 2014 al 2017 è stato presidente del Teatro di Roma.

LA CHIUSURA DI CINEMA E TEATRI.

  • Ci permettiamo di riassumere – sperando di non snaturarlo – il pensiero di Marino Sinibaldi, perché ci sembra una posizione concreta e condivisibile.
  • In un articolo comparso su Internazionale Sinibaldi afferma che “nel buco nero di una pandemia che sembra non finire più abbiamo davvero bisogno di arte, cultura e bellezza come del pane”.
  • Prosegue: “Ma una pandemia è qualcosa che… non si lascia dominare”.
  • “L’unica arma che abbiamo è rallentare, svuotare, isolare”. 

UNA SOLUZIONE POSSIBILE.

  • Non è possibile, però, rinunciare ai contenuti, al linguaggio, ai valori e alle emozioni di uno spettacolo teatrale o musicale.
  • “Per questi valori  va lanciata una mobilitazione all’altezza dei tempi (nell’impossibilità, non sappiamo quanto provvisoria, di frequentare i luoghi che li esprimono)”
  • Che cosa devono fare gli operatori culturali e le persone che amano l’arte?
  • Da un lato accettare che i luoghi della cultura siano chiusi; dall’altro non rinunciare alla fruizione culturale.
  • Come?
  • Chiedere risorse economiche subito perché  ” …in vista c’è la scomparsa di un intero tessuto di compagnie, orchestre, gruppi e singoli operatori”.
  • Ma anche “reinventare modalità materiali e digitali, luoghi reali e virtuali, nei quali continuare a praticare arte, intelligenza, bellezza”.
  • Quindi ” progettare piattaforme e tecnologie capaci di scavalcare ogni isolamento, ogni separazione”.
  • Infine “pretendere, che i mezzi di informazione e le grandi agenzie di comunicazione aprano i loro spazi all’arte e alla cultura”.
  • Le piattaforme italiane – a cominciare naturalmente dalla Rai – andrebbero incalzate e infine costrette a dare spazio a esperienze, spettacoli, scene e suoni che non possono più esprimersi altrove.
  • Secondo Sinibaldi il mondo dello spettacolo (e più in generale della cultura) dovrebbe concentrare “appelli, petizioni, rivendicazioni” in questa direzione.
  • L’obiettivo è “compensare e sostituire come si può le sale vuote e silenziose … per aprirsi di più, durante e dopo la pandemia”.
     

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