IL FATTO.
I magistrati romani hanno chiuso l’ inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso il 25 gennaio 2016 al Cairo in Egitto.
Il suo corpo, con i segni di tortura fu ritrovato a lato di una strada il 3 febbraio 2016.
- Lunedì 30 novembre Michele Prestipino, e il procuratore generale del Cairo, Hamada Al Sawi hanno diffuso un documento comune che spiega le posizioni delle due magistrature.
I magistrati italiani hanno concluso che responsabili della morte di Regeni sono 5 agenti del servizio segreto civile egiziano e vogliono processarli.
- I magistrati egiziani processeranno solo chi rubò i suoi effetti personali di Regeni con la semplice accusa di furto.
I magistrati egiziani sostengono, infatti, che gli assassini di Regeni sono ignoti.
- I magistrati egiziani, quindi , non collaboreranno al processo dei magistrati romani.
Questo significa che l’Egitto non darà ai magistrati romani neppure gli indirizzi dei 5 membri dei servizi segreti egiziani indagati.
- Dal ritrovamento del cadavere di Regeni le autorità politiche e la magistratura egiziana hanno in ogni modo evitato che i colpevoli delle torture e della sua morte fossero identificati e processati.
I GENITORI DI GIULIO.
- Claudio e Paola Regeni, i genitori di Giulio, da anni cercano di ottenere giustizia.
- A seguito delle loro battaglie nell’aprile del 2016 il governo Renzi ritirò l’ambasciatore italiano in Egitto.
- Ma un anno dopo il governo Gentiloni nominò un nuovo ambasciatore che è ancora oggi in carica.
- Lunedì 30 novembre, dopo, le dichiarazioni dei magistrati egiziani i genitori di Giulio hanno scritto:
“In questi 5 anni abbiamo subito ferite e oltraggi di ogni genere da parte egiziana, ci hanno sequestrato, torturato e ucciso un figlio, hanno gettato fango e discredito su di lui, hanno mentito, oltraggiato e ingannato non solo noi ma l’intero Paese. Oggi i procuratori egiziani hanno la sfrontatezza di “avanzare riserve” sull’operato dei nostri magistrati ed investigatori e di considerare insufficienti le prove raccolte.
Il fatto che i magistrati egiziani continuino a riproporre la tesi dei 5 rapinatori fatti spacciare per gli assassini di Regeni viene definito dai suoi genitori «una assoluta mancanza di rispetto nei confronti non solo della nostra magistratura ma anche della nostra intelligenza”.