14 Maggio 2018 |

Tempo di lettura: 9'

LA LEGGE BASAGLIA COMPIE 40 ANNI. UNA STORIA

LA LEGGE BASAGLIA HA 40 ANNI

  • La legge Basaglia fu la prima legge al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici.
  • Il deputato della Democrazia Cristiana e psichiatra Bruno Orsini scrisse la legge.
  • La legge, però, prende il suo nome da Franco Basaglia, uno psichiatra modificò il concetto di “salute mentale”.

LA STORIA DI ANTONELLA. L’ORFANOTROFIO

  • Antonella è stata l’ultima ricoverata a lasciare il manicomio di Trieste.
  • Antonella era una bambina che i genitori non avevano riconosciuto alla nascita ed era finita in orfanotrofio.
  • Un pediatra, quando Antonella ha un anno, afferma che « la bambina ha qualche difficoltà di sviluppo del linguaggio ma se inserita in ambiente idoneo può recuperare».
  • Antonella, però, resta in orfanotrofio.
  • Quattro anni dopo il medico dichiara: «Antonella ha intelligenza prossima allo zero, nessuna possibilità di recupero».

LA STORIA DI ANTONELLA. IL MANICOMIO

  • A nove anni, Antonella è ricoverata nel manicomio di Trieste.
  • Antonella è inserita nel reparto infantile.
  • A 13 anni Antonella passa dal padiglione dei bambini a quello delle donne agitate.
  • In questo reparto elettroshock, camicie di forza e celle di isolamento erano pratiche di tutti i giorni.
  • Antonella continua ad essere inquieta, aggressiva verso se stessa e gli altri.
  • I medici decidono che Antonella sia sottoposta a lobotomia frontale.
  • Antonella va a Torino e le viene fatta la lobotomia.
  • La lobotomia è un intervento chirurgico sulla parte frontale del cervello.
  • La lobotomia causa  tendenza all’inerzia, riduzione delle capacità intellettive e assopimento delle emozioni.

ANTONELLA E BASAGLIA

  • Nel 1971 arriva Franco Basaglia  a dirigere il manicomio di Trieste.
  • Antonella non parla più, ma emette qualche suono, passa il suo tempo a dondolarsi su una panchina.
  • Nel 1973 Antonella ha 22 anni e Basaglia decide che la ragazza deve iniziare un percorso di recupero.
  • Antonella abbandona il reparto psichiatrico e va ad abitare in una casetta all’interno del parco del manicomio.
  • Con Antonella il personale sanitario applica il “metodo Trieste”, un modo di lavorare con le persone con problemi psichiatrici.
  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda questo  metodo come modello di riferimento.
  • Grazie a questo metodo, che pone la persona al centro del lavoro clinico, Antonella un poco per volta recupera la coordinazione motoria e, dopo, anche la parola.
  • Oggi Antonella vive in una casetta con giardino nel borgo di Opicina.
  • Antonella ha un’amministratice di sostegno.
  • È Carla  Prosdocimo, ex operatrice del manicomio di Trieste.
  • È Carla che racconta che Antonella ama mangiare gli spaghetti perché deve usare la forchetta.
  • La forchetta in manicomio era un oggetto vietato, perché ritenuto pericoloso.
  • Per Antonella la forchetta è diventata un simbolo di libertà.
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