Dopo l’uccisione di Giulio Regeni (il ricercatore universitario torturato per giorni e poi ucciso al Cairo all’inizio 2016) il governo italiano aveva ritirato l’ambasciatore dall’Egitto.
Questa scelta era un atto di protesta contro la mancata collaborazione delle autorità egiziane nelle indagini per chiarire i responsabili della morte di Regeni.
Il 14 agosto il ministero degli Esteri italiano ha annunciato la decisione di mandare di nuovo l’ambasciatore italiano in Egitto.
Il PD e il governo sostengono che questa scelta faciliterà le indagini sulla morte di Regeni.
I genitori di Regeni esprimono la loro indignazione per «le modalità, la tempistica e il contenuto» della scelta e giudicano questa scelta una resa nei confronti dell’Egitto.
La loro posizione (da quando hanno raccontato di aver visto sul volto martoriato del figlio tutto il male del mondo) è sempre la stessa: «Solo quando avremo la verità l’ambasciatore potrà tornare al Cairo senza calpestare la nostra dignità».